FAVOLA MODERNA

C’era una volta un paese pigramente adagiato sulla costa (anzi, no, per l’esattezza ce n’erano molti di più) che un bel giorno, non si sa come e perché, era stato colpito da un potente quanto misterioso virus.
Per capire l’origine del “male” era stato ingaggiato un eminente scienziato di un vicino paese, amico degli amici, che si era posto subito all’opera (lautamente remunerato con apposita delibera di giunta).

Costui qualche idea se l’era già fatta, ma non osava comunicarla ai cittadini. In più occasioni, e in via del tutto privata, aveva accennato a degli strani aggeggi muniti di ruote, schierati qua e là nelle adiacenze dei centri abitati.
Ma quel che lo scienziato non poteva immaginare neanche lontanamente era che, in pratica, il“Rifiuto” (nel senso di condizione dello spirito) si era accoppiato con la “Rinuncia”, dando vita ad uno straordinario fenomeno: le giovani e/o le consolidate coppie di questi ridenti centri costieri avevano cominciato a mettere al mondo figli del tutto identici fra loro, pur se di sesso diverso (condizione necessaria per il perpetuarsi della specie).
Così gli abitanti si erano riuniti in una Grande Assemblea nella piazza principale (il che avveniva in rarissime occasioni) e, dopo lunghe ed estenuanti discussioni, erano pervenuti alla decisione (a maggioranza dei presenti e con voto palese), di chiamare tutti ed indistintamente i nuovi nati Hassuefazione e Thorpore (a seconda del sesso). A qualcuno che, nel corso della Grande Assemblea, aveva timidamente obiettato che non era giusto che tutti avessero lo stesso nome, il sindaco, tra uno sbadiglio e l’altro, aveva risposto che tanto erano tutti identici sia sotto l’aspetto fisico che sotto quello dell’indole; una giovane madre, poi, cogliendo al volo le parole del primo cittadino e dando fondo a tutte le proprie energie, aveva financo avuto la forza d’animo di chiedere se fosse consentito alle famiglie di scambiarsi i neonati. L’assessore al bilancio, svegliatosi di soprassalto, aveva farfugliato che non vi sarebbero stati problemi, purché gli interessati versassero una “tassa retroattiva” (cioè dalla data in cui aveva avuto inizio l’infezione), attaccandone la ricevuta sulla schiena del piccino per gli eventuali controlli di rito (gagliardi giovani, all’uopo ingaggiati e posti ad ogni angolo di strada, avrebbero diligentemente controllato l’effettivo versamento).
La Grande Assemblea proseguiva senza alcun contraccolpo e con visibile soddisfazione di sindaco, assessori e consiglieri, quando d’improvviso …….
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(Qui, volutamente, s’interrompe la favola. Chiunque, se volesse, può continuare a proprio piacimento scrivendo su questo bolg).
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