LA MADONNINA E LA PLASTICA

MADONNA

 

 

 

 

La Madonnina di cui stiamo parlando è posta da decenni in via Gaetano Ventimiglia. Recentemente è stata oggetto di un restyling, nato da un’idea a dir poco originale.

 

 

 

L’idea, saltata in testa a chissà chi (poco importa saperlo), è stata quella di avvolgere il basamento della statua con tralci di foglie e rose bianche rigorosamente di plastica: una rosa è per sempre!
La Madonnina ha vissuto nel tempo varie vicissitudini. Quando fu installata era di colore bianco; subito dopo, non si sa perché, un imbianchino la dipinse di azzurro. Successivamente fu ridipinta di bianco, come la vediamo adesso. Ora la troviamo avvolta da rami e rose bianche rigorosamente di plastica e i vasi, che dovevano contenere dei fiori freschi, sono vuoti o con qualche fiore avvizzito. Sarà il segno dei tempi? Tutto questo, in ogni caso, è di cattivo gusto e, in gergo artistico, potrebbe definirsi kitsch. Il termine ha origini tedesche, ed era inizialmente usato per descrivere oggetti di discutibile gusto. Una delle caratteristiche di questo tipo di arte consiste, infatti, nel tendere ad essere una imitazione sentimentale superficiale e teatrale. Negli oggetti definiti kitsch, si sottolinea spesso la mancanza del senso di creatività ed originalità propri dell’autentica arte.

In realtà l’evoluzione del termine è stata ampia e, sebbene ancora oggi conservi quel significato, connotazioni meno superficiali sono state attribuite ad esso. Ne deriva che artisti o artigiani possono liberatamente ricorrere al kitsch come forma di espressione. Ma qui, aldilà dei termini e delle definizioni, non credo si sia in presenza di libere e spontanee forme artistiche, ma, per dirla alla siciliana, di vere e proprie bardasciate!

 

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