OGGI CI SCRIVE GIACOMO GRECO.
UN’ANALISI IMPIETOSA SULLO STATO ECONOMICO E AMMINISTRATIVO DELLA NOSTRA CITTADINA.
Quando affronto l’argomento della evidente diminuzione delle presenze turistiche e del minore afflusso di visitatori giornalieri e di clienti che consideravano Terrasini come punto di riferimento per il numero e la varietà delle sue strutture turistiche e degli esercizi commerciali, spesso mi sento rispondere che tutto questo è da imputare alla crisi economica che investe il nostro paese e che le attività commerciali e turistiche che negli anni si sono insediate ed hanno prosperato, favorite in questo dalla buona fama di paese turistico di cui godevamo in Italia ed all’estero, sono costrette a chiudere in quanto vittime della crisi stessa. Io sostengo, al contrario, che la crisi è sicuramente una delle cause ma che sommata alla cattiva amministrazione ha determinato il risultato negativo che è sotto gli occhi di tutti.
In molti obiettano che l’amministrazione comunale e le strutture che la supportano non hanno strumenti d’intervento che possano fornire i presupposti per un minore impatto sul territorio delle congiunture negative. Non sono d’accordo, sostenendo che l’amministrazione ha creato i presupposti per un più duro impatto degli elementi negativi che accompagnano e determinano la crisi stessa. Ne ho citati alcuni in precedenti interventi che ribadisco nel momento di più acuta difficoltà in cui versano le nostre attività produttive che pur operando in campi diversi che vanno dall’artigianato, alla pesca, all’agricoltura, al commercio ed alla piccola impresa subiscono lo stesso ineluttabile destino che inizia con il ridimensionamento e finisce con la cessazione dell’attività. Poche di queste attività riescono a sopravvivere nella speranza che la parte acuta della crisi sia alle spalle e che dietro l’angolo ci sia quella auspicabile ripresa indispensabile per la sopravvivenza stessa della nostra comunità nell’attuale dimensione e ad un accettabile livello economico e sociale. Gli amministratori attuali, lungi dal porsi il problema del come affrontare la situazione, non solo si sono dichiarati incompetenti, ma con le loro decisioni incomprensibili e irresponsabili hanno contribuito a determinare la caduta verticale delle presenze e il quasi irreversibile declino dell’economia. Mi riferisco in particolare alla inconsistente politica di governo del territorio, alla mancanza di una programmazione ed ottimizzazione del suo sviluppo e della salvaguardia dei beni culturali, monumentali e naturali.
Basta guardare lo scempio che è stato fatto della piazza in cui la distruzione degli alberi che per decine di anni hanno fornito arredo ed ombra a quella che potevamo considerare a ragione una delle più belle piazze siciliane. Ora spoglia ed assolata offre di se la parte peggiore con le facciate, infarcite di elementi e colorazioni di pessimo gusto, ancor più evidenziate dalla mancanza di schermo che le fronde offrivano, spettacolo questo desolante, dove oggetti come le ventole dei condizionatori, i fili della luce e del telefono, collocati alla rinfusa completano un quadro degno delle peggiori periferie. Né l’eventuale e tante volte promesso ritorno delle panchine, che inspiegabilmente non sono state sostituite così come prevedeva il progetto, potrà ridare un minimo di vivibilità alla piazza in quanto la mancanza dell’ombra fresca che i ficus fornivano renderà impossibile occuparle nelle ore in cui il sole picchia sul basolato. Basta considerare lo stato di quasi abbandono del biotopo di Capo Rama, dove accanto alle palme nane, scheletri di cemento armato, costruzioni di lamiera e qualche roulotte semidistrutta rendono vano ogni sforzo di valorizzazione dell’oasi ecologica fortemente voluta da amministrazioni più lungimiranti di questa. Basta valutare il piano traffico partorito in barba ai criteri elementari che dovrebbero guidare l’opera dell’estensore, che ha, tra l’altro eliminato la piazza che fungeva da insostituibile snodo per una razionale circolazione. Basta osservare lo stato delle strade, la sporcizia diffusa, il degrado ambientale, il verde pubblico gestito in maniera empirica, l’inquinamento del territorio e del mare, il ritardo nella realizzazione del depuratore. L’incertezza in cui il cittadino è costretto a muoversi quando deve richiedere autorizzazioni e permessi nell’incertezza del diritto come dimostrano alcune vicende relative a licenze accordate e revocate che possono determinare danni milionari ai cittadini e all’amministrazione le errate procedure che conducono ad onerose dispute legali dall’incerto destino sono figlie di un pressapochismo diffuso e di una palese difficoltà di porsi di fronte ai problemi con la competenza che sarebbe indispensabile nei momenti di difficoltà come quelli che attraversiamo. Per concludere il mio ragionamento offrendo dei riscontri precisi a supporto delle mie tesi, ieri sono stato a Castellammare del Golfo e sono sceso al porto, rinomato luogo d’incontro. Ho avuto la certezza, guardandomi intorno, che i territori ben amministrati non sembrano patire le crisi. C’era tantissima gente, i locali erano pieni e si respirava un’aria tranquilla e distesa. Tanti giovani si prendevano cura dei clienti seduti ai tavoli di bar e gelaterie, segnale positivo in tempi di disoccupazione giovanile a livelli record. Ho incontrato un nostro concittadino che produce ceramiche e che esponeva la sua merce, segno evidente del differente approccio al turismo di quel paese rispetto al nostro. Tanti altri centri a noi vicini stanno sperimentando sistemi innovativi per l’ amministrazione ed i servizi offerti ai cittadini, che li pongono ad un diverso e più alto livello rispetto a noi. Mi riferisco tra gli altri, oltre a Castellammare, ad Alcamo, Alcamo Marina, Scopello, Balestrate, San Vito Lo Capo, Erice. E pensare che eravamo il quarto paese turistico siciliano.
Giacomo Greco
Beh a giudicare dalle festose immagini postate sulla movida terrasinese,sembrerebbe un paradiso senza tempo,sopratutto senza la famigerata crisi,poi ti fermi un attimo e vedi che in realta' non va bene niente,lo scempio perpetrato alla piazza,la circolazione,in balia dell'imbecille di turno,i bar che come se niente fosse offrono piatti di pasta a discapito dei ristoranti,che soccombono alla crisi,
limmondizia,ovunque,randagi,l'obbrobioso scenario del belvedere,deturpato,da una zona per pseudo vip della domenica,non ti puoi fare una passeggiata in pace che l'indiano di turno ti spara le bolle di sapone,di dubbia acquatica origine,una volta questo paese era un angolo di paradiso,adesso abbiamo cinisi che si spaccia per territorio marinaro e turistico,il che è tutto dire,una zona splendida ove sorgere una spiaggia attrezzata dopo citta' del mare adibita ad discarica,dice bene Giacomo Greco,basta allontanarsi alcuni Km arrivare a Castellammare,nel trapanese in generale,vedere che la musica cambia,volevo solo aggiungere,che nonostante la crisi,negli anni passati abbiamo assistitito ad un vorticoso aumento dei prezzi in tutti i settori,sopratutto alberghiero ristorativo,che sembra adesso essersi frenato,le cattive amministrazioni che si sono succedute,hanno poi fatto tutto il resto,si era bello quando Terrasini era il 4° paese turistico siciliano.
Aggiungerei anche il fatto che negli ultimi anni la cementificazione del territorio, lottizzazioni a tappeto ad es in zona CalaRossa, bifamiliari e casette a schiera ovunque, o i “palazzi” di via Roma, hanno trasformato la cittadina in un cantiere perenne, che può attrarre sempre un minor numero di potenziali acquirenti di case che non valuteranno conveniente investire i loro soldi in un contesto sempre più simile a quello cittadino, e ancor meno i turisti in cerca di mare pulito, accessi al mare curati, verde, aria buona. Invece la trasformazione di una ridente cittadina marina, che non aveva nulla da invidiare a località turistiche più affermate, in area altamente urbanizzata, con i relativi problemi di gestione rifiuti, mancanza di raccolta differenziata, inquinamento da luci …..non può che condannare Terrasini al declino. Si svende la bellezza di un territorio in cambio di oneri di urbanizzazione, e tutte le attività economiche, collegate alla “valorizzazione turistica”, possono chiudere. Mi unisco al rammarico già espresso in altri commenti, per lo “scempio” della piazza…..
Ma punto importante e che il mio caro zio Giacomo ha dimenticato di citare nell’ articolo di cui sopra, e’ che il nostro Sindaco abbia dimenticato tra tutte le sue promesse in campagna elettorale, quella a parer mio molto importante del sottopasso ferroviario che non apre il nostro paese al Mondo civile, e’ veramente impensabile che alle porte del 2015 un paese ed una piccola comunita’ debba essere “chiuso” dai vecchi e obsoleti passaggi a livello che limitano e limiteranno chissà ancora per quanti anni la crescita turistica e culturale di un paese “CHIUSO” moralmente e fisicamente!!!
Gentile signora Di Dio, concordo totalmente con quanto da lei scritto. Tuttavia credo che ancora esista una via d’uscita. Avendo trascorso parecchio tempo a Malta, che sicuramente ha una percentuale di urbanizzazione molto più elevata di Terrasini, in percentuale al suo territorio, le posso dire che pullula di turisti tutto l’anno. Certo non attira il turismo in cerca di silenzio, natura e percorsi naturalistici, quello va alle Cinque Terre o posti similari che sono stati tutelati sin dall’inizio da amministratori attenti alla conservazione delle peculiarità del territorio. Prendendo esempio da Malta, Terrasini a questo punto potrebbe salvare il salvabile adottando semplici provvedimenti basilari: far sì che il paese non sia invaso e deturpato dai cumuli di immondizia; inondare le sue strade, il lungomare, svincoli e rotatorie di praticelli e fiori; tenere sotto controllo in tutti i modi la pulizia del mare; promuovere un’animazione di qualità da parte dei pub e locali, in alternativa al zum-zum-zum incessante che proviene dalla piazza.
Oltre che sfogarsi e rammaricato sui social media, dovremmo tutti assediare seriamente l’amministrazione comunale su questi temi , senza lasciarle respiro. Ne va della qualità della vita nella nostra amata Terrasini e della conseguente ripresa economica.
Nulla di nuovo all’orizzonte….la provincia di Palermo è totalmente appestata dalla totale assenza delle amministrazioni e delle forze dell “ordine”, dagli affari loschi e dalle speculazioni edilizie. SCHIFO è l’unica parola che mi viene in mente per definire questo modo di amministrare la cosa pubblica. Colgo l ‘occasione per augurare il peggio a questa amministrazione che non ha saputo nemmeno preservare ciò che di più bello abbiamo. SALUTI
Sono d'accordo con l'analisi di G. Greco che evidenzia come il nostro territorio sia cambiato e come il degrado morale,culturale civico…….sta dilagando. Alcuni anni fa ho detto che nel nostro paese manca l'anima, oggi aggiungo che manca l'amore per la riscoperta del bello che ci circonda. Manca il semplice concetto di "ordine" di "cultura" la conoscenza del "nostro patrimonio paesaggistico,monumentale e culturale" Mancano " le idee geniali" " le idee imprenditoriali" ; " la promozione del territorio" Ma non dispero,auspico che i giovani possano risvegliarsi………Per finire e in riferimento all'ultima parte della lettera di G. Greco su Terrasini paese turistico, ricordo quando alla stazione centrale di Palermo , la gigantografia di Terrasini, quarto polo turistico,era accanto a quella di Taormina.Sono convinta che questo paese ha le potenzialità per ritornare agli splendori di ormai circa 25 anni fa.