Nella intervista video di oggi vi proponiamo il frammento di vita di un emigrato per scelta.
La testimonianza di un cinisense, FRANCESCO (Ciccio) IMPASTATO, partito trent’anni fa per la Germania da dove, come meteora, torna di tanto in tanto al suo paese natio.
Ciccio è nato in Via Ecce Homo, quella stradina stretta e silenziosa che muore perpendicolare sulla Piazza Vittorio Emanuele Orlando. Vi confesso che essa mi ha sempre evocato «La Gioia perfetta», poesia lacrimosa di Diego Valeri, che si studiava alle elementari e il cui incipit era «Com’è triste il giorno di maggio dentro il vicolo povero e solo! …». Di povertà, lì, ovviamente non ce n’è mai stata, anche perché la ricchezza ce l’hai a portata d’occhio quando, dal balcone di casa di Francesco, scorgi benissimo la superba fontana zampillante posta un po’ di fianco alla piazza.
Ciccio Impastato è fra i pochissimi cantastorie siciliani che resiste all’impietosa usura del tempo; anche per questo lo si può inscrive a pieno titolo nella migliore cultura e tradizione popolare.
È qualcosa che commuove e insieme esalta: con pochissimi altri resiste, adeguandosi ai nuovi mezzi e ai diversi contenuti di un tempo. Per questo è qui, diviso fra noi e Hannover.
La musica, sua grande passione fin da ragazzino, presto si intreccia con l’impegno politico, che, sicuramente, completerà la sua sensibilità di artista oltre che di uomo. Il padre, Giacomo, valente sarto, la madre, Fina, (moltissimi in paese li ricordano), lo crescono amorevolmente e, assecondando la sua passione per la musica, lo iscrivono a un corso di clarinetto grazie al quale apprenderà le prime nozioni musicali, per poi passare alla chitarra e a innumerevoli altri strumenti.
Da ragazzo diviso fra Cinisi e Terrasini; dai primi Anni Ottanta in poi tra Cinisi e l’operosa città germanica di Hannover, nella fredda e grigia Alta Sassonia, dove porterà la sua musica e, soprattutto, la calda cultura sanguigna della sua terra, con le sue straordinarie contraddizioni che affascinano gli abitanti di quei luoghi.
Una di queste mattine di questo incerto agosto, l’ho incontrato casualmente sul Corso di Cinisi e ci siamo dati appuntamento a casa sua, proprio lì, stretti di fianco al Duomo, in quella ombrosa stradina che ti porta dritto sulla più bella e ariosa piazza della provincia di Palermo e forse dell’intera Isola.