LO VEDETE QUESTO PICCOLO UOMO? IL SUO NOME È FILIPPO PAGANO. IN REALTÀ È UN PICCOLO GRANDE UOMO, TANTO IMPORTANTE QUANTO SCHIVO, MA ESTREMAMENTE CORTESE, UN PO’ TRISTE FORSE.
Così schivo da detestare cineprese di ogni tipo (gli ho parlato più di una volta per convincerlo a farsi riprendere, ma ormai mi sono arreso). E dire che ne avrebbe “cose” da raccontare.
Io, però, ho intuito che c’è dell’altro: il divieto assoluto di rilasciare qualsiasi tipo di interviste (di esporsi) sulla sua trascorsa attività poiché ancora vincolato al giuramento di segretezza.
“Piccolo-grande” -dicevo- perché quest’uomo di 86 anni, che ho incontrato in un bar di Piazza Duomo (a malincuore si è lasciato fotografare), non è soltanto un semplice ingegnere elettronico (oggi si direbbe “informatico”), che per una vita ha lavorato in California.
Ora vi racconto in breve la sua singolare storia.
Nel 1954, all’età di 26 anni, conosce una bella ragazza di Balestrate, la sposa e poco dopo decidono di emigrare negli USA.
Filippo in quegli anni, con il diploma di ragioniere, fa il poliziotto (ha iniziato con la leva obbligatoria), e già, con le difficoltà economiche del dopoguerra, la Polizia è una bella àncora di sicurezza.
Arriva in America (Detroit prima, in seguito in California dove rimarrà per una cinquantina d’anni), si mette a studiare, si laurea in ingegneria elettronica e poco dopo entra in una grande Compagnia, la “Rockwel International” (oggi “Boeing”) che collabora col Governo Americano nei progetti dei voli spaziali della NASA (Ente Spaziale Americano).
Inizia così, per 35 anni ininterrotti, la sua non comune avventura fianco a fianco con i più importanti scienziati della NASA e gomito a gomito con i più famosi astronauti dei vari “Apollo”. Si occupa soprattutto delle simulazioni di volo e partecipa direttamente ai vari progetti dello “Shuttle” e della “Stazione Spaziale”.
Sono riuscito a farmi mostrare diversi attestati, medaglie, ricordi, cimeli. Financo un frammento di roccia lunare portato a terra da Neil Armstrong.
Filippo Pagano, poco più piccolo del fratello Paolo, che vediamo assime nella foto accanto, è in pensione dal 1994, e ha ricevuto innumerevoli attestati dalla NASA e dal Governo degli Stati Uniti.
“Un ingegnere come un altro”, direte voi. E no, non ci siamo, perché pochi come lui al mondo possono vantare di avere sulla Luna inciso il proprio nome e cognome su una speciale targa, assieme con quello di tutti gli altri specialisti impegnati nella storica missione dell'”Apollo” (1968).
La targa con tutti i nomi fu appunto depositata sul suolo lunare da Neil Armstrong.
Non pensate voi che gli spetterebbe un’altra TRAGA, quella del suo paese dove torna di tanto in tanto? Sono certo che in cuor suo avrebbe lo stesso valore di quella lasciata sulla Luna.
XXXXXXXXXXXXXXX
Non conoscevo questa grande persona … sono perfettamente d'accordo a onorarLa con una bella TARGA.
Molti "figli" di Terrasini hanno portato lustro al nostro paese e Lui è uno di questi.
Lodevole, ancora una volta un paese estero dà opportunità incredibili che la nostra patria non è in grado di garantire, se non con l'ausilio delle belle raccomandazioni politiche che garantiscono posizioni altolocate quasi sempre a persone con intelletto mediocre.
Lodevole, ancora una volta un paese estero dà opportunità incredibili che la nostra patria non è in grado di garantire, se non con l’ausilio delle belle raccomandazioni politiche che garantiscono posizioni altolocate quasi sempre a persone con intelletto mediocre.