UN INSEGNANTE ELEMENTARE DI TERRASINI CI SCRIVE DA CESENA PER DENUNCIARE L’APPLICAZIONE TRUFFALDINA DI QUELLA LEGGE. E LUI NE SA QUALCOSA!
ANCHE I SINDACATI SANNO, MA HANNO SEMPRE TACIUTO O FATTO FINTA DI NON VEDERE. COME MAI? DOVREBBERO ESSERE I PRIMI A DENUNCIARE L’ABUSO, MA UN DISTORTO SENSO DELLA DIFESA AD OGNI COSTO DEGLI ISCRITTI “IMPLICATI”, LI TRASFORMA DI FATTO IN COMPLICI.
SCUSATE LA LUNGHEZZA, MA È NECESSARIO.
Sono un insegnante di scuola primaria, sono terrasinese, ma vivo e insegno da dodici anni a Cesena. Negli ultimi anni è sorta l’esigenza, per me e la mia famiglia, di ritornare in Sicilia, precisamente a Terrasini (PA), mio paese d’origine. Ho, quindi, trasmesso, nei tempi e nei modi indicati dal MIUR, la richiesta di trasferimento che non è stata, fino ad ora, accolta.
E così ho inoltrato ogni anno anche una richiesta di assegnazione provvisoria presso una delle scuole presenti nel mio paese d’origine e, in subordine, nelle scuole del territorio della provincia di Palermo. Anche la richiesta di assegnazione provvisoria non è mai stata accolta.
È questo il motivo che mi ha spinto a rendere pubblico il mio profondo disagio.
Ma per quanto riguarda il mancato accoglimento della richiesta di assegnazione provvisoria i motivi sono da ricercare nell’applicazione della legge n. 104 del 5 febbraio 1992.
Questa legge, come è noto, consente a chi se ne avvale direttamente perché disabile o a chi dichiara di assistere un parente disabile, di usufruire delle precedenze stabilite nel CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) sulla mobilità; cioè consente di scavalcare altri richiedenti l’assegnazione provvisoria a prescindere dal punteggio assegnato.
Questa condizione di precedenza ha, di fatto, trasformato un diritto in un vero e proprio privilegio. Infatti, come dicevo, la graduatoria per le assegnazioni provvisorie è stilata in modo tale che chi può avvalersi della legge104 supera i colleghi nonostante abbiano un punteggio maggiore (anche doppio).
Certo la legge è stata pensata per andare incontro a esigenze particolari e io ritengo giusto che, in particolari situazioni, sia avvantaggiato chi ne ha reale ed effettivo bisogno.
Ma è proprio qui che l’applicazione di questa legge mostra le sue gravissime falle, trasformando, come ho già scritto, un diritto in privilegio, distorcendone la vera finalità.
Nella tabella che segue sono riportati i valori percentuali dei richiedenti l’assegnazione provvisoria che usufruiscono della precedenza data dalla legge 104.
L’ELENCO SI RIFERISCE AD ALCUNE PROVINCIE ITALIANE
Milano 20% Bologna 21% Venezia 44% Torino 50% Genova 27% PALERMO 61% Firenze 25% Roma 50% Ragusa 42%
Messina 50%
Basta osservare le percentuali d’insegnanti che godono della precedenza per intuire che c’è qualcosa che a Palermo non va. Se poi si considerano i numeri in valore assoluto, allora l’evidenza è ancora più lampante. Come si vede il valore più alto è quello riguardante la provincia di Palermo, mentre il più basso è quello della provincia di Milano.
La bassa percentuale riguardante la provincia di Milano si può, forse, far risalire alle vicende raccontate negli articoli delle pagine dei quotidiani locali milanesi. Infatti, il 25 aprile del 2009 “la Repubblica Milano.it” titolava “La grande fuga degli insegnanti invalidi: uno su quattro parte per la Calabria” e ancora prima, il 29 agosto dello stesso anno, “Scuola, guerra a prof e bidelli falsi invalidi. Il provveditore: “Controlli contro i furbetti”.
O forse, per farsi un’idea più chiara, bisogna leggere “La Repubblica Palermo.it” del26 maggio 2013 che titola “La fabbrica dei falsi invalidi, ventimila pensioni abusive”?
Io credo, come dice un funzionario dell’U.S.P. di Milano intervistato per le vicende sopra citate, che “ci siano alcune falle nella legge 104, quella che disciplina l’handicap, e nel contratto sulla mobilità degli insegnanti”.
Ecco, a mio parere, una delle “falle “ più pesanti della legge 104 e del contratto sulla mobilità:
la legge consente di godere della precedenza anche a quegli insegnanti che semplicemente dichiarino che nessun altro familiare, oltre a loro, si trovi nelle condizioni di assistere il parente disabile. Le motivazioni (attenzione) dell’impossibilità di assistere il parente disabile da parte dei vari membri della famiglia, avviene attraverso la presentazione di autocertificazione.
Così è sufficiente dichiarare di avere domicilio (attenzione : domicilio non residenza) in una città diversa da quella di residenza dell’assistito, o di non poter assistere il disabile per motivi di salute (autodichiarazione), o di svolgere una professione con orario di lavoro su più turni (????), per “provare” che l’unico familiare in grado di assistere il parente disabile (che non è necessariamente un genitore o un figlio) è proprio (guarda che coincidenza) quello che è costretto, per motivi di lavoro, a vivere in un’altra città o provincia (quasi sempre in un’altra regione) a cui la legge e il contratto di lavoro permettono però di chiedere l’avvicinamento a casa ( queste motivazioni si trovano in molte richieste di avvicinamento inoltrate al USP di Palermo e da questo ufficio accettate).
Pertanto nessuno dei richiedenti senza precedenza (ancorché, come dicevo, con punteggio superiore) riuscirà mai ad ottenere l’assegnazione provvisoria e, se così rimarranno le cose.
Naturalmente sono consapevole della delicatezza della questione e sono, per mia formazione culturale, favorevole a considerare un diritto per il disabile essere assistito da un familiare così come considero un diritto poter assistere un familiare disabile. Penso, però, che non sia giusto, come ho già scritto, che un diritto sia trasformato in “privilegio”, ricorrendo a trucchi vari come finalmente si comincia a scoprire con l’inchiesta della Procura di Agrigento e i numerosi arresti di ieri (oltre un centinaio compresi i denunciati) .
Allora mi permetto -e concludo- di indicare alcune proposte che potrebbero consentire, a mio parere, equità per tutti:
1. Si preveda una quota percentuale (il 30% o il 50%) di posti disponibili per le assegnazioni da destinare ai soli insegnanti con precedenza (“104”).
oppure
2. La precedenza consenta di scavalcare un altro insegnante solo a parità di punteggio.
Grazie per l’ospitalità.
Pietro Di Ranno
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