IL SINDACO CUCINELLA “RINNOVA” LA GIUNTA. ESCONO FAVAZZA, RANDAZZO E PALAZZOLO RIMPIAZZATI DA PUCCIO, CENSOPLANO E VIVIANO.
È vero che i partiti non esistono pressoché più e quelli che sono rimasti sono ormai ridotti ai minimi termini. Ma è pur vero che il percorso politico dei nuovi (e vecchi) assessori della giunta di Massimo Cucinella, fatto di militanza più o meno attiva in partiti che comunque fino a pochi anni fa mantenevano un peso specifico nel panorama politico nazionale e locale, non può certo passare inosservato.
Il commento di
F.C.
Ecco perché si potrebbe tranquillamente dire che la nuova squadra di governo si basa sull’asse Forza Italia, UDC e MPA. Tre sigle, tre partiti, che nel bene e nel male (più nel male che nel bene) rappresentano la storia recente della politica di Roma, di Palermo e di Terrasini.
La scomparsa dei partiti non concede certo di cancellare con un colpo di spugna il passato e la provenienza dei soggetti politici che nel contesto locale per diverso tempo quei partiti li hanno rappresentati.
A cominciare proprio dal sindaco Massimo Cucinella, uomo di Forza Italia della prima ora, Gianfranco Miccichè come referente, consigliere comunale sotto la bandiera di Silvio Berlusconi. Erano gli anni in cui il Cavaliere forniva ai suoi uomini il kit di Forza Italia: cravatta, spilletta e manuale del buon forzista. In una surreale perquisizione a casa del Sindaco, probabilmente quella valigetta spunterebbe fuori.
Per passare poi ai due uomini per anni pilastri dell’UDC di Totò Cuffaro. Il primo Onorato Ventimiglia si definiva Uomo Di Centro, distorcendo simpaticamente l’acronimo del suo partito. Accompagnato per mano nei suoi primi passi nel mondo della politica, da un’altra colonna dell’UDC locale, Maurizio Palazzolo, una volta cresciuto (politicamente si intende) preferirà percorrere da solo il proprio itinerario affidandosi a punti di riferimento come Domenico Miceli e Antonello Antinoro, due esponenti noti più per le traversie giudiziarie che per meriti politici.
E il partito “erede” della Democrazia Cristiana (che con la DC non ha mai davvero avuto mai niente a che vedere, sia per quanto riguarda gli ideali del partito di Sturzo sia per lo spessore culturale e politico dei suoi rappresentanti) a Terrasini aveva un peso così forte da potere addirittura dividersi in “anime”. Quella a cui faceva riferimento Gianfranco Puccio, per esempio, altro uomo “di peso” dell’UDC, la cui sempre tanto agognata candidatura a sindaco è stata probabilmente la causa principale degli attriti in casa del partito dello scudo crociato.
L’eredità MPA invece il neo assessore Fabio Censoplano l’ha presa dal padre Angelo, ex politico e amministratore di Terrasini, che del partito di Raffaele Lombardo fu uno dei più vivaci (e convinti: andò fino a Roma a manifestare a favore del ponte sullo Stretto) esponenti locali. Il giovane Fabio, senza forse nemmeno accorgersene, si ritrovò a fare l’assessore di Mimmo Consiglio in una delle innumerevoli giunte del medico ex PCI, in quota MPA, con i buoni uffici di Salvo Brunetti, nel periodo in cui l’attuale consigliere (oggi riconosciuto ufficialmente appartenente al PD dopo il suo recente passaggio all’opposizione) militava nel partito dell’ex presidente della Regione. Il Censoplano, da assessore, si ritrovò già bello e pronto il bacino dei cantieri scuola che benché approntati dalla giunta precedente, partirono proprio durante il suo mandato. Alle elezioni successive Censoplano riuscirà a prendere i voti necessari, diventando consigliere.
Infine di Rosa Maria Viviano sappiamo poco del percorso politico, tranne la vicinanza agli esponenti locali di Forza Italia, qualche articolo di carattere pseudo-politico su un giornaletto locale e i suoi 20 (venti) voti ottenuti alle ultime elezioni comunali in una delle liste facenti riferimento a Giuseppe Anselmo, irrilevanti ai fini della nomina in giunta, ottenuta invece grazie al discutibile criterio delle “quote rosa”.
Chi sbraita contro il vecchio in politica pretendendo il nuovo, dovrebbe imparare che nuovi e vecchi non sono gli uomini e nemmeno i contenitori politici (partiti o movimenti) che rappresentano. Vecchio è il modo di concepire la politica, quando (come il caso della composizione della nuova giunta Cucinella) vengono ancora posti in essere quei criteri basati sulla mera spartizione di poltrone, senza alcuna progettazione politica e di sviluppo per la comunità che si governa. Anche se -ci sarebbe da dire- all’orizzonte sembra esserci ben poco di “nuovo” e quello che si propone come tale non promette nulla di buono.
Ho! finalmente un po di nomi nuovi.Più tosto chi sono questi tizzi,Puccio,Censoplano e Viviano,sono di Terrasini?