IL PROGETTO SULLE FALESIE PRESENTATO DAL PROF. VALERIO AGNESI A PALAZZO d’AUMALE, SEDE DEL MUSEO REGIONALE NATURALISTICO E DEL CARRETTO SICILIANO, PRESENTA ASPETTI MOLTO INTERESSANTI NON SOLO DAL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO, MA ANCHE PER I POSSIBILI SVILUPPI IN CAMPO TURISTICO-CULTURALE.
NOSTRA INTERVISTA-VIDEO
Recentemente la Regione Siciliana, con al Legge n. 25 dell’11 aprile 2012 (norme per il riconoscimento, la catalogazione e la tutela dei geositi in Sicilia) si è finalmente dotata di uno strumento legislativo tramite il quale ha istituito il catalogo dei geositi, individuando e sottoponendo ad un regime di tutela quei luoghi caretterizzati da valenze geologiche di grande interesse.
L’istituzione di un geosito fornisce agli Enti territoriali gli strumenti normativi per tutelare un bene geologico, ma può rappresentare anche un momento importante di crescita non solamente culturale ma anche economica per una collettività.
Nella realizzazione del geosito andrebbe coinvolto il museo di Palazzo d’Aumale, ove si potrebbe realizzare un poster illustrativo del percorso e di un plastico tridimensionale rappresentante la geologica di Terrasini.
Nel percorso a terra si potrebbero collocare, in punti panoramici lungo le strade esistenti, tabelle non invasive che indicano i punti di osservazione e rimandano a depliant illustrativi.
Il Geosito potrebbe costituire una attrattiva per escursioni di studenti delle scuola di diverso ordine ed anche di studenti universitari dei corsi di scienze geologiche o scienze naturali.
Non credo che si aggiunga nulla di nuovo a quanto un anno fa è stato discusso sul convegno su Calarossa a Terrasini. Ve ne mando il resoconto
Le conclusioni del convegno su Calarossa
Si è concluso domenica 26-10 a Terrasini, nel salone di Palazzo D’Aumale, sede del Museo Interdisciplinare Regionale di Storia Naturale e Mostra del carretto Siciliano, il convegno sul tema “Come preservare la bellezza di Calarossa”. Il convegno, promosso dall’Associazione Culturale Peppino Impastato e sponsorizzato dalla Regione Sicilia, dall’Università La Sapienza di Roma, dall’Università di Palermo, dalla Lega delle Cooperative, dal Museo e dal Comune di Terrasini, ha inteso affrontare il problema della rivalutazione del territorio attraverso analisi ambientali, economiche e culturali ad opera di esperti di vari settori, architetti, operatori economici, tecnici della progettazione, storici del territorio, biologi, tecnici comunali, dirigenti regionali del settore ambientale e dei beni culturali. Partendo dall’obiettivo di proporre un cambiamento culturale e una nuova idea di uso del territorio, per migliorare le conoscenze sul concetto di sviluppo sostenibile, attraverso i vari interventi si sono poste le basi per un progetto centrato su una proposta di rinaturalizzazione dei luoghi della costa e del demanio per un uso del territorio legato a nuovi modelli di sviluppo turistico e occupazionale. Ha aperto i lavori, con un saluto ai partecipanti, la dott.ssa Palmisano, la quale ha detto di avere positivamente recepito la proposta del convegno, per attivare una maggiore presenza del museo all’interno del territorio e per aprirlo al territorio, come sua importante risorsa. Salvo Vitale, ha illustrato i vari momenti di scempio di porzioni del territorio, susseguitisi negli ultimi cinquant’anni, a partire dalla costruzione dell’Aeroporto di Punta Raisi e del porto di Terrasini, sino ad arrivare alla recente contestata costruzione di un brutto Solarium prefabbricato in un’area costiera del Lungomare Peppino Impastato, a Calarossa, in uno degli angoli più suggestivi del Golfo. L’intervento del vicedirettore di Città del Mare Filippo Parrino ha evidenziato che l’Azienda, recentemente riacquistata dalla Lega delle Cooperative, intende investire consistenti somme per una ristrutturazione dei luoghi fondata su una riqualificazione del verde nel contesto della flora mediterranea e per la costruzione di un rapporto più aperto con il territorio e le sue risorse: in tal senso l’azienda sarebbe disponibile a collaborazioni e proposte avanzate da cittadini o associazioni. Sono stati illustrati attraverso la proiezione di diapositive, due progetti di costruzione di percorsi di turismo alternativo in Puglia e in Toscana. Silvano Riggio, uno dei più prestigiosi biologi marini dell’Università di Palermo, è partito da una sua soggettiva condizione di distacco e di delusione nell’assistere alla progressiva alterazione paesaggistica e biologica del territorio di Terrasini e, in generale di tutto il Golfo di Castellammare, a causa dei liquami micidiali riversati a mare soprattutto dal torrente Nocella: ciò ha reso impraticabile la storica spiaggia di San Cataldo, inquinando le acque, riempiendo di fanghi e di veleni i fondali, con sensibili alterazioni dell’ecosistema e con la comparsa di specie marine e mitili non abitualmente presenti nel Golfo: sull’argomento Gino Scasso, della Lega Ambiente Partinico, nel corso della tavola rotonda pomeridiana ha fatto notare che, negli ultimi tempi, “il mare colore del vino” si è ripresentato in una condizione drammatica, per un susseguirsi di concause, dagli scarichi degli oleifici, a quelli delle cantine, a quelli civili, artigianali e industriali: in tal senso è stata annunciata una manifestazione a San Cataldo per la mattinata di domenica 27 ottobre, e la presentazione di un esposto denuncia alla magistratura, firmato da più cittadini, ovvero una class-action nei confronti della mancanza di controlli e per l’accertamento dei responsabili del degrado. Una dettagliata descrizione del sito geologico di Calarossa e delle sue straordinarie caratteristiche è stata fatta da Valerio Agnesi, dell’Università di Palermo, il quale ha proposto la creazione di sentieri didattici con cartelli indicativi delle tipologie di flora e di roccia, soprattutto della storia delle sedimentazioni storiche, leggibili lungo tutta la scogliera. Il dott. Michele Buffa, del dipartimento dei Beni Culturali ha esposto per grandi linee il piano paesistico regionale, in relazione all’uso e alla fruizione della costa, soffermandosi su una serie di leggi che sono costantemente evase o aggirate dall’abusivismo edilizio, dai successivi condoni, dalla facilità con cui si disegnano e si approvano progetti che non tengono conto delle caratteristiche del territorio. Nel corso della tavola rotonda pomeridiana Laura Genco del WWF, ha illustrato il lavoro fatto negli ultimi tempi per il ripristino, a Capo Rama, della primitiva flora, con l’eliminazione di un’opuntia importata sul sito e rapidamente diffusasi e con il ritorno, per quanto riguarda la fauna, di una varietà di aquila che si credeva ormai scomparsa. L’architetto Carano, responsabile del piano regolatore di Terrasini, ha lamentato la scarsa coscienza civica di tutti coloro che dovrebbero essere interessati a preservare l’habitat in cui vivono e che invece ignorano e tollerano ogni violenza al paesaggio: gli interventi dal pubblico hanno contestato al tecnico il suo parere positivo alla costruzione del Solarium e il tecnico ha cercato di scagionarsi attribuendone la responsabilità agli uffici regionali. In particolare, Paolo Arena, del circolo Metropolis di Castellammare del Golfo, ha parlato della battaglia sostenuta per l’approvazione del Piano regolatore a Castellammare e di una serie di interventi proposti dai cittadini, a salvaguardia del territorio di Scopello.
Le conclusioni
Salvo Vitale ha tratto le conclusioni, anticipando le linee di un progetto che dovrebbe coinvolgere gli studenti universitari, gli imprenditori locali, le amministrazioni comunali dei vicini paesi di Cinisi, Carini, Partinico, Trappeto, Montelepre, ma soprattutto incentrare tutto in un’agenzia o una cooperativa che si preoccupi di preparare il progetto e di presentarlo per richiedere fondi europei. In tal senso è stata suggerita la creazione di itinerari mirati a specifici aspetti degni di attenzione:
l’itinerario marino: dovrebbe partire dalla proposta, da inviare al competente assessorato regionale, di estensione della riserva naturale di Capo Rama a tutta la zona costiera, sino alla spiaggetta della Praiola di Terrasini, con annessa una riserva marina costiera in cui prevedere il divieto di pesca sino a una certa distanza. Dovrebbero essere predisposti strumenti e mezzi per la fruizione della costa e per la sua gestione, effettuare convenzioni con scuole e università per visite di studio e di ricerca, monitorare quotidianamente i livelli d’inquinamento giornalieri delle acque, dalla Praiola a San Cataldo, con riguardo al fiume Nocella, creare un centro meteorologico per lo studio dei movimenti del mare, dei venti, delle caratteristiche atmosferiche e un museo della fauna marina che potrebbe aver sede a Palazzo d’Aumale, dove è già presente un museo degli uccelli. Condizione indispensabile è quella di non autorizzare alcun tipo di costruzione e di non effettuare concessioni di costa a privati.
L’itinerario terrestre-naturalistico dovrebbe occuparsi della creazione di percorsi mirati per la conoscenza di flora e fauna locale , oltre che dell’individuazione e della visita ai punti di interesse geologico e geodetico, con proposte di eventuale piantumazione specifica, il tutto in relazione a un preventivo studio dei livelli di antropizzazione.
L’itinerario storico va costruito a partire da Palazzo D’Aumale, dove sono esposti i reperti romani trovati a Mezzapraia, al largo del mare di Terrasini, con eventuale passaggio a Monte Palmeto, dove sono state individuate tracce di un accampamento punico. Si potrebbe estendere il percorso alla Grotta Armetta o Grotta dei Puntali, (Carini), ancora oggi ricca di selci e altri reperti del neolitico, o alla grotta Carbolanci (Villagrazia di Carini). Per passare alla visita di monumenti di storia moderna, è da tracciare un giro attraverso le torri di deputazione, Torre Alba, Capo Rama ( che è una torre senatoria), Torre Toleda , con eventuale estensione del percorso alla Torre Molinazzo, alla Torre Pozzillo, alla Torre e al sito della Tonnara dell’Ursa, da collegare eventualmente ad altri monumenti vicini, come il Monastero dei Benedettini di Cinisi, il Castello dei La Grua di Carini o la Cantina Borbonica e le torri rustiche di Partinico. Per spostarci a momenti di storia contemporanea sono proponibili altri itinerari, di cosiddetto “impegno civile”, oggi in parte attuati, come Casa Memoria, di Peppino Impastato, a Cinisi, la casa che fu del boss Badalamenti, oggi casa 9 maggio, e altri beni confiscati alla mafia, con preparazione di un filmato che ricostruisca i vari passaggi storici della mafia nel Golfo di Castellammare e si soffermi su Peppino Impastato e sulle lotte per la protezione del territorio negli anni 70 (terza pista aeroporto. Zeta dieci, lottizzazioni varie nel territorio di Terrasini, devastazione mafiosa delle cave di Monte Palmeto ecc.)
L’itinerario etno-antropologico dovrebbe prevedere una visita ai modelli di barche del Mediterraneo realizzati da Filippo Castro e esposti a Palazzo D’Aumale, dove sono presenti anche numerosi reperti della civiltà contadina, dal carretto siciliano agli strumenti di lavoro agricolo. Manca un museo marinaro. Altri elementi di studio e di eventuali soste sono dati dalle feste, dagli uomini , dal lavoro, dalle differenti etnie terrasinesi del contado e della marina, dal dialetto ecc.
Itinerario economico: un percorso utile a rilevare le attività economiche presenti sul territorio potrebbe esser dato da una visita ai caseifici locali, alle ultime aziende agricole, a qualche esperienza di coltivazione biologica, alle attività di pesca, di artigianato, di apicultura, alla ricettività e alla tipologia delle strutture turistiche ed, eventualmente alla ripresa dell’esperienza di Paese Albergo, attraverso l’individuazione di una rete di cittadini disponibili ad effettuare esperienze di turismo in famiglia.
Queste linee guida rimangono aperte a suggerimenti e proposte di chiunque fosse interessato a proseguire nell’ipotesi suggerita dal Convegno, per una dimensione “umana” del turismo siciliano, strettamente interna alla sua storia e alle sue caratteristiche.
La valutazione dell’iniziativa è positiva su tutta linea: si sono distinti, per la loro assenza, i politici e i cittadini di Terrasini, ma tutto questo appartiene a uno storico atteggiamento di distacco e di rifiuto che la gente del posto ha sempre nutrito per la figura di Peppino Impastato e dei suoi amici: “quello che i siciliani non perdonano è il fare”, diceva Tomasi da Lampedusa, e in questa circostanza si è avuta una conferma che, per certa gente è meglio ignorare le cose (cioè, restare ignoranti), che conoscere e apprezzare il parere di esperti, se proposto da persone ritenute disturbatori dell’ordine sociale, che la pensano diversamente. I contenuti del progetto potrebbero offrire una possibilità di lavoro all’interno di una concezione di rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, ma è chiaro che, senza la costruzione di uno specifico progetto e senza l’intraprendenza di chi voglia interessarsene, il convegno su Calarossa sarà stato un bel momento d’analisi e di studio che non avrà prodotto nessuna conseguenza.
(S.V.)