TROPPO SCOMODA ROSA BALISTRERI PER GLI ORGANIZZATORI DEL FESTIVAL DI SANREMO. LE SUE DENUNCE FACEVANO PAURA: «SONO PERICOLOSA PER IL SISTEMA».
A POCHE ORE DALL’INIZIO DEL FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA, RACCONTIAMO LA STORIA DELL’ESCLUSIONE DA SANREMO1973 DELLA CANTANTE SICILIANA SCOMPARSA NEL 1990.
di Franco Cascio
Il brano non era inedito. Questa la motivazione ufficiale che portò all’esclusione di Terra ca nun senti dal ventitreesimo Festival di Sanremo del 1973. Ma secondo Rosa Balistreri, la straordinaria e impareggiabile Rosa Balistreri, i motivi erano ben altri. Politici. «Sono una rossa, un tipo pericoloso per il sistema, temevano che ne combinassi qualcuna delle mie, che dicessi davanti a 30 milioni di telespettatori qualche frase scottante, cioè vera».
Fu la Fonit Cetra a volere Rosa a Sanremo con un pezzo bellissimo, struggente, intenso. Ma il personaggio Rosa Balistreri, con la sua storia fatta di denuncia e di impegno politico, soprattutto accanto ai più deboli, sembra che non andasse particolarmente a genio agli organizzatori della kermesse musicale.
Rosa non la mandava di certo a dire e nelle sue canzoni non risparmiava nessuno: «Adesso ho deciso di gridare le mie proteste, le mie accuse, il dolore della mia terra, dei poveri che la abitano, di quelli che l’abbandonano, dei compagni operai, dei braccianti, dei disoccupati, delle donne siciliane che vivono come bestie. Era questo il mio scopo quando ho accettato di cantare a Sanremo».
Un Festival con qualche ombra quello del 1973. La Rai, per esempio, per motivi rimasti ignoti, non mandò in onda le prime due serate. Oltre all’esclusione di Rosa, si registrò il ritiro di Adriano Celentano. ll “molleggiato” mandò agli organizzatori un certificato medico per “gastrite festivaliera”.
Rosa sì, era una rossa. E faceva politica. Con coraggio: «A Sanremo, i cantanti vanno per vendere più dischi e fare più soldi, io sono venuta qui per fare politica, per protestare cantando. Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto. Ma non sono una cantante … sono un’attivista che fa comizi con la chitarra».
Ecco qual era la preoccupazione dei suoi, come li definisce lei stessa, “nemici politici”. Il timore che Rosa, donna e artista libera, potesse dire qualcosa di sconveniente. «Hanno visto giusto … non so se sarei stata capace di cantare davanti a quella gente elegantissima, reazionaria, travestita con abiti da carnevale».
Perché Rosa si sarebbe esibita e poi magari avrebbe detto: «Conosco il mondo e le sue ingiustizie … E sono certa che prima o poi anche i poveri, gli indifesi, gli onesti avranno un po’ di pace terrena».
Al Festival della Canzone Italiana del 1973 trionfò Peppino Di Capri con Un grande amore e niente più.
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Foto e brani dell’intervista a Rosa Balistreri dal sito www.rosabalistreri.it