L’OPINIONE
di Maurizio Castellano
Ascoltando il discorso d’insediamento del Presidente della Repubblica, nell’Aula di Montecitorio, di grande spessore morale e politico, mi sono soffermato in particolare su un punto: il senso della comunità e quindi del bene comune. Sono parole semplici e chiare da dire, ma assai complicate da realizzare.
Eppure sarebbe sufficiente viverle, basterebbe solo rispettare i propri spazi e soprattutto quelli degli altri. Ma sappiamo che non è così. Esiste la prevaricazione, l’interesse personale fino ad arrivare alla disonestà sia amministrativa che intellettuale. Ma queste sono cose che ormai tutti conosciamo e che forse, a forza di parlarne, non ci indignano più di tanto, rasentando spesso la rassegnazione.
Premesso quanto sopra, abbiamo saputo che il Comune di Terrasini ha deciso di segare le gambe al mostro trasformandolo in mostriciattolo, consentendo la sua ricollocazione nella piazzetta Titì Consiglio. Quella intelaiatura metallica a mio parere (e non solo mio) non è idonea per quella piazzetta e quindi non va bene.
Ma oltre questa pervicace decisione del Comune di insistere su una cosa inutile e neanche amata dalla cittadinanza (e dal buon senso), esiste anche il pervicace disinteresse del bene comune, di chi passa, per esempio, da una strada, adiacente alla piazzetta, via G.ppe Di Stefano, che è diventata zona pedonale con tanto di cartello, ma da cui tutti i veicoli passano, anche i grossi.
Il basolato, costituito da pietre, della via in oggetto, non è idoneo per l’attraversamento veicolare. Questo ha provocato il deterioramento e numerose rotture del basolato. Le pietre si sono spezzate, dando origine a enormi buche, che ormai nel tempo sono diventate abissi. Senza tralasciare che per entrare nella strada, e non si capisce il perché (ormai diventata, ribadisco, zona pedonale) i veicoli devono ora passare sotto gli archi antichi della stessa via.
Diversi rifacimenti degli archi sono stati eseguiti a causa delle rotture degli stessi provocate dalla sommità dei camion nell’attraversarli, ma nessuno ci vuole pensare. Inoltre, anche le mura delle case vengono ridipinte spesso a causa delle bande di teppistelli,che con calci, pedate, petardi e altro fanno sfoggio della loro presenza.
Nella piazzetta, dove si vuole costruire il mostriciattolo, il chiasso proveniente dai bar adiacenti, continua. In questo caso il bene comune, sarebbe il rispetto della quiete pubblica soprattutto per chi vive nelle adiacenze della piazzetta.
Passeggiando per il lungomare Peppino Impastato, il nostro sguardo è attratto dal colore del mare, dalla bellezza della costa e dalle tante bottiglie di plastica, e altri rifiuti, che vengono gettati da chi è incurante del bene comune.
È sufficiente poi il ripristino (non sempre immediato), dei danni arrecati alla Villa S. Giuseppe, ad opera dei soliti teppistelli, senza che vengano presi seri interventi per far cessare definitivamente questi atti vandalici?
Certo, i problemi non sono solo questi, ci sono anche quelli così bene descritti dall’opposizione consiliare, che mai si era così mostrata, ferma e risoluta nella sua denuncia. Il rispetto di tutti e la buona educazione sarebbe già un buon viatico per una sana convivenza civile.
E allora, si può rimanere insensibili al grido di dolore dei Terrasinesi (parafrasando la celebre frase di Vittorio Emanuele II), che vuole esprimere il desiderio legittimo di vivere serenamente e civilmente nella bella cittadina di Terrasini? “Grido” con il quale viene chiesto anche che l’amministrazione agisca per il bene della cittadinanza, e che ci sia una maggior presa di coscienza della cosa pubblica ?
Pertanto concludo, prendendo in prestito le parole del Presidente Mattarella: «Che siano i giovani la linfa nuova di questo Paese e le speranze e le attese dei propri coetanei e non».
Aggiungo io: che rappresentino anche, con la capacità di critica, e persino di indignazione, la voglia di cambiare perché, di radicali cambiamenti, ce n’ è proprio bisogno. Ai meno giovani, l’onestà intellettuale di accompagnarli e aiutarli nel loro cammino di rinnovamento civico.
Caro Maurizio, il tuo appello, che è poi quello di Mattarella, ai giovani, non credo sia destinato a produrre risultati, più di quanto possa esserlo un appello agli uomini di buona volontà, che non si trovano.. I giovani d'oggi nascono vecchi, il loro habitat non è la "polis", ma la loro stanza col computer, il cellulare e il luogo in cui passare qualche momento di svago, o, se preferisci, di "sballo". Il problema è quello di una generale mancanza di "cultura civica", che parte dalla rappresentanza politica e istituzionale, alle forze dell'ordine, alla scuola e arriva alla famiglia. Ci sono paesetti da nulla pulitissimi, con balconi fioriti, piantine nelle aiole, centri storici non concepiti solo per spillare quattrini a chi decide di sedersi qualche minuto, ma ricchi di momenti culturali e storici. Insomma, avere cura del proprio habitat, esterno come della propria casa, non è cosa che è facile da realizzare, da parte di chi è stato abituato a vivere in un certo modo e continua a farlo, senza neanche porsi il problema.. Certe volte mi viene in mente l'amara considerazione del Gattopardo: "Passeranno cento, duecento anni, perchè qualcosa cambi, non perchè i siciliani vorranno cambiarla, ma perchè è nell'ordine delle cose che qualcosa cambi. Bisogna pensarci da piccoli. A dieci anni è già tardi". Ciao
Caro Salvo, ti ringrazio della tua nota, sempre lucida e spietata nella sua analisi. Ma qui se non si fa una rivoluzione generazionale, le cose non cambieranno. Ciao e grazie !
Ho letto con attenzione la nota del Signor Vitale che bene illustra la realtà che purtroppo perdura nella nostra sicilia e non solo. ho avuto l’onore di conoscere per due lunghi anni la vostra cittadina trovandomi come militare in servizio presso l’allora Aeroporto di PUNTARAIS, dopo il mio allontanamento forzato, spesso mi sono trovato durante le mie escursioni feriali in sicilia, a ripassare in visita nei paesi a me molto cari di Cinisi e di Terrasini, paesi che pur ritrovandoli ugauali osservando mi dicevo “” qui non cambia mai niente “”” nel contempo un senso di gioia mi invadeva, poichè mi ridava la sensazione di non essere mai andato via, in cuor mio ringraziavo la volontà statica delle varie amministrazioni per il gradito reagalo che mi elargivano. Siate benevoli accettate la lenta evoluzione e gioite per la fortuna di essere testimoni in questa era.