L’Antenna, Il “Silenzio-Assenso” e La Politica Amministrativa

traliccio

Immagine d’archivio

 Il precedente articolo sull’antenna si era concluso con le seguenti parole: «La vicenda, però, a ben riflettere, va ben al di là delle onde elettromagnetiche. Ma di questo scriveremo in un prossimo articolo».

L’occasione ce la offre un nostro lettore che, sia pur indirettamente e sommariamente, esprime alcune critiche sull’articolo, scrivendo (come si legge nel commento qui ripreso da Facebook): « […] Solita ipocrisia ambientalista. (Non sono quelle le onde elettromagnetiche che fanno male […] ma quelle emesse dal nostro cellulare […]».

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Non era soltanto questo il punto che si voleva affrontare con quell’articolo. Ciascuno può farsi le proprie convinzioni sulla scorta di informazioni desunte qua e là, o sulla base di studi e ricerche condotte personalmente sul campo. Il nostro lettore potrebbe anche avere ragione, ma la verità è che navighiamo fra le … onde delle incertezze, e nell’incertezza è sempre meglio premunirsi …

Ma non è da qui -come si diceva- che si intende riprendere il filo del ragionamento. Nella vicenda dell’antenna, infatti, si intravedeva, nell’articolo, un altro aspetto che andava e va oltre l’elettromagnetismo, investendo altri ambiti altrettanto delicati, a cominciare da quelli che attengono alla politica amministrativa. (È di Terrasini che si parla e non in astratto).

Il caso presenta, su quell’altro piano, contorni netti: il posizionamento di questi strumenti (malefici o meno che siano, piaccia o non piaccia), è stato regolamentato (codificato) in una deliberazione di un Organo locale sovrano della Repubblica italiana: IL CONSIGLIO COMUNALE di Terrasini e non del Burundi. Prese atto, allora, dello statu quo e fissò, a partire da quella data, norme precise sul futuro.

Le recenti “onde”, dunque, a quanto pare non vengono notate dalla così detta “cerchia” ristretta della burocrazia comunale che, sicuramente in questo caso, si è lasciata «sfuggire» qualcosa. Ma non può né deve a noi sfuggire che questo episodio (fra gli altri) è emblematico di un certo andazzo poiché pone pesanti ipoteche sul presente e sul futuro amministrativo di questo sfortunato paese. Per cui chiunque domani si dovesse candidare alla guida del paese, e lo facesse con animo libero e con vero spirito di servizio, dovrà tenerne conto.

Andiamo al dunque, allora. Ci riferiamo al “silenzio-assenso”. Un esempio emblematico si diceva. Un esempio di come, uno strumento di snellimento burocratico a tutela del cittadino, possa essere piegato al “tacito” arbitrio di qualche burocrate. E sì, perché quella antenna sarebbe già al suo posto se quattro rompiscatole non vi avessero puntato lo sguardo.

Immagine TerrasiniTorniamo a chiederci: nel caso in cui un sindaco volesse fare le cose per bene, fino a che punto potrebbe contare sul ‘patto fiduciario’ fra eletti dal popolo (sindaco in testa) da una parte, e ‘lealtà istituzionale‘ della macchina amministrativa dall’altra? Questo è uno dei punti nodali su cui si dovrà discutere nel prossimo futuro.

Sono troppi, molti i fatti che da alcuni anni a questa parte stridono. Le conseguenze di certi atti politici sono evidenti, ma, se ce lo fossimo dimenticati, non esiste solo il problema della spazzatura (per carità, non ci si fraintenda, è attualmente il principale dei problemi, e bene fanno i vari movimenti a insistervi). Si tralasciano, però, i problemi della quiete e dell’ordine pubblico. L’estate scorsa (si è saputo in questi giorni) un giovane padre di famiglia è stato massacrato di botte da alcuni energumeni perché aveva osato protestare per l’altissimo volume dello stereo della loro auto. Eddire che da tempo l’insopportabile frastuono era stato segnalato a chi di dovere. Ma occorreva segnalarlo? Occorreva arrivare al pestaggio?! Non si parla, poi, o si parla poco del Piano regolatore (che fine ha fatto?), delle gravi irregolarità edilizie nel centro storico (alla luce del sole), del Porto … degli albi professionali scomparsi … dei ficus espiantati … degli accessi al mare (quelli veri) … dell’inquinamento aeroportuale che ci avvelena e ci uccide più che a Cinsi …

E così, mentre il paese (vinto?) cuoce a fuoco lento, l’occhio di chi dovrebbe vedere non vede, l’orecchio di chi dovrebbe sentire non sente e il cuore che dovrebbe dolere non duole!

 

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