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Si avvia, nell’arco di pochi anni, a conseguire la seconda laurea. «C’è chi rinuncia a sentirsi vivo perché vecchio, io no», dice in una bella intervista al nostro giornale.
«Chi accumula libri, accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant’anni», Ugo Ojetti.
di Giulia Randazzo
Ottantatre anni – ma solo sulla carta – compiuti lo scorso luglio.
Il Signor, pardon, il Dottor Censoplano ha l’argento vivo addosso ed una fiamma che lo spinge verso obiettivi sempre più alti, nonostante un’età che per molti è sinonimo di stasi e pace dei sensi, per non parlare di apatia e noiosa routine da pensionati.
Non per lui. Angelo decide di intraprendere un percorso universitario a distanza, scegliendo la facoltà di scienze aziendali presso l’Università di Lugano e di portarlo a termine. Ci ha preso gusto, il signor “Prano” (così in molti lo chiamano a Terrasini) perché, non contento, ha pensato bene di conseguire una seconda laurea, questa volta in “Relazioni Internazionali” presso l’ateneo palermitano.
Lo abbiamo incontrato nel suo studio dove, circondato da foto che ricordano il suo passato politico e da cimeli legati alla sua passione per l’elettronica, ci ha raccontato i motivi della sua scelta, le reazioni dei familiari ed altro ancora …
L’INTERVISTA
Riprese e montaggio di Giuseppe Ruffino
Un esempio da seguire.
Complimenti Angelo…chapeau!!
Complimenti Angelo
Un bell'esempio, veramente. Mi ci rivedo. Non sono orientato come il Dottor Censoplano ad ottenere titoli accademici, ma studio, costantemente. Studio le mie passioni, quelle "alchimie digitali" che si imparano per vie traverse, spesso rompendosi la testa dopo mille tentativi ed errori, e che tanto bene Giuseppe Ruffino conosce per quel poco che ho potuto trasmettergli nel corso della rivisitazione di questo blog. Tra parentesi, onore anche a Giuseppe per gli sforzi profusi nell'apprendimento. Ma, ritornando al messaggio che passa attraverso questa intervista, sono assolutamente d'accordo sul fatto che gli obiettivi si raggiungono solo con la caparbietà e la propensione a non arrendersi, a non dire mai a se stessi: "Non ce la farò mai". Siamo Noi ad impartire ordini al nostro cervello attraverso le nostre credenze e le nostre parole. Quindi, anche se non ho l'età splendidamente portata dal protagonista, anche io mi ritrovo a combattere il tempo che passa attraverso l'accrescimento del sapere e del "saper fare". Spero che tutto ciò sia di sprone ai più giovani.