Luca Maniaci E La Sua Musica. Un Giovane Terrasinese Che Guarda Lontano

Venticinque anni, terrasinese d.o.c, compositore di musica elettronica. Ci parla delle sue precoci esperienze, delle passioni e delle sue aspirazioni. Ma soprattutto ci parla con orgoglio del recente contratto con la “Ovum Recordings”, importantissima casa discografica americana specializzata nella musica elettronica, che opera da più di 25 anni nel settore della musica techno.

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di Giulia Randazzo

 

«Ricorda quand’eri giovane, splendevi come il sole, splendi pazzo diamante!». Così inizia “Shine on your crazy diamond”, uno dei pezzi preferiti di chi dice di essere cresciuto “a pane e Pink Floyd”.

Forse le parole più azzeccate, queste, per definire il carattere di Luca Maniaci. Intanto definirlo dj è riduttivo, poiché nell’accezione comune il disk jockey è colui che “mette i dischi” nelle feste, rispondendo ai gusti della maggioranza dei presenti. Ma Luca, pur avendo alle spalle anni di party e musica nei locali di Terrasini, Palermo e provincia, è a buon diritto un musicista a tutti gli effetti con una passione per l‘elettronica, la techno, suoni sintetici che lui stesso compone con l’aiuto del suo computer e altre attrezzature elettroniche.

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Durante l’intervista

Come ha fatto  -gli chiedo stupita-  un dj di provincia a essere contattato da una casa discografica di così alto livello come la “Ovum Recordings”?

«Ho semplicemente percorso l’iter che molti, tra coloro che vogliono vivere di musica, scelgono a un certo punto della loro carriera: ho inviato alcuni demo e dopo qualche mese sono stato contattato, anche se ancora fatico a crederci».

Prima di quel determinante contratto con la “Ovum Recordings”, un punto di riferimento della discografia mondiale nel settore della musica elettronica, Luca sente che quel lavoro da dj di provincia, iniziato per gioco all’età di 16 anni, comincia a stargli decisamente stretto.

«Fare il semplice disk jockey non mi soddisfaceva più. Mi sono chiuso in studio e ho iniziato a produrre tracce e dischi».

Chi ti ha insegnato questo mestiere?

«Mi definisco un autodidatta: con il fido ma esclusivo appoggio del mio computer e grazie ad una buona conoscenza delle tecniche di programmazione, ho creato, in solitudine, sonorità digitali e musica elettronica, che ho pubblicato in passato per case discografiche minori».

Possiamo parlare di techno-music?

«In realtà una techno melodica dal momento che, ai suoni creati con i sintetizzatori, aggiungo anche elementi che derivano dalla mia passione verso diversi generi musicali come ad esempio il pianoforte, di cui adoro il timbro».

Quali sono i maggiori riferimenti in campo musicale?

«A casa mia la musica non è mai mancata: mia madre è una fan dei Pink Floyd, ma anche Beatles, rock, rap e colonne sonore, anche se si potrebbe pensare che un dj ascolti soltanto la musica che produce e con cui lavora. Ascolto di tutto, ogni genere che ascolto è un tassello, un contributo al mio processo creativo».

Curioso il caso di questo giovane terrasinese: lui, come tanti altri, per anni ha lavorato per quella che i più chiamano “movida”, occupandosi di luca testo 3intrattenimento e divertimento. Avrebbe potuto continuare su questa via, chi lo sa, aprendo un locale in piazza per suonare fino a trapanare i timpani alle tre del mattino, magari anche una discoteca a “zero” impatto ambientale … avrebbe potuto in fondo “farisi i picciuli”.
Ma diciamola tutta. Luca non ha sostegni economici né ha mai cercato appoggi politici, ma in compenso ha coraggio e talento da vendere.

Hai creduto fino in fondo che ce l’avresti fatta a conquistare una etichetta discografica anche se qui, nella provincia del Sud estremo, la musica techno non è seguita quanto quella che si potrebbe definire “commerciale”.

«Nella nostra zona non vengono organizzati eventi di musica techno, non è facile trovare discoteche in cui si balla questo genere: per questo motivo presto mi trasferirò al Nord, dove la mentalità riguardo a questo “mondo” è molto diversa e sempre aperta a nuove iniziative».

Vivi quotidianamente un mondo, quello delle discoteche, che nell’immaginario comune è sballo, alcol, uso e abuso di sostanze stupefacenti …

«Non posso negare che l’associazione discoteca = alcol = droga sia vera, ma con i miei occhi ho potuto constatare che questa è un’usanza essenzialmente italiana: si frequentano i locali con il solo scopo di sballarsi, mentre ho scoperto che nelle grandi città europee la gente lo fa principalmente per il gusto di ascoltare della buona musica».

Su YouTube circola un video in cui un famoso dj di musica elettronica, nonché proprietario della Ovum Recordings, Josh Wink, suona un tuo pezzo durante una serata. Spiegaci come hai fatto ad arrivare nelle “alte sfere”!

«Posso solo dire che i social network mi hanno dato la possibilità di farmi conoscere a livello esponenziale. Creando una rete di contatti di tutte le nazionalità mi sono spinto sempre oltre e ho raggiunto alcuni traguardi, come ad esempio suonare in un after party a Ibiza … ma un mago non svela mai i suoi trucchi!».

Trucchi? Non c’è trucco, non c’è inganno, signori. Siamo di fronte al talento, con tutti gli “ingredienti” per vederlo ancora più in alto un giorno non lontano. E magari -chissà- parlare anche di questa sua prima intervista a “Terrasini Oggi”.

In bocca al lupo, “folle diamante”.

 

 

 

 

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