Il congresso internazionale su GIOVANNI MELI che si svolgerà da VENERDÍ 4 a LENEDÍ 7 dicembre avrà, come è ormai noto, un particolare momento a Cinisi e a Terrasini nella giornata di DOMENICA 6. Nel contesto della giornata a Terrasini (mattino, Palazzo d’Aumale) e a Cinisi (pomeriggio, Palazzo dei Benedettini), particolare rilievo sarà dato alle Scuole elementari e medie delle due cittadine oltre al Liceo Classico Giovanni Meli di Palermo. Poesie saranno lette da alcuni componenti dell’Associazione culturale di Terrasini “Così, per … passione”.
Si parlerà molto anche dei “luoghi” del Meli, luoghi rappresentati anche in una significativa mostra di immagini fotografiche del cinisense Paolo Chirco (sarà esposta nella Sala del Palazzo dei Benedettini) e in un gran bel film documentario (un corto) intitolato “Verso Meli, il galante conversatore” del regista Pietro Vaglica.
L’opera integrale del grande poeta palermitano – ci preme inoltre ricordare – curata dal Prof. Salvo Zarcone, viene ora riproposta dalle Edizioni Nuova IPSA.
Il nostro giornale, in prossimità dell’evento di domenica 6, ha realizzato un breve giro di interviste video con alcuni di coloro che saranno i protagonisti di quella giornata.
Il servizio video con le interviste
Intanto si ripropone di seguito qui il programma che interessa direttamente le nostre due Comunità contigue (per il programma integrale vi rimandiamo al link qui)
Questa mostra vuole ripercorrere idealmente i luoghi “abitati”, più che percorsi, dal Meli. È in questo paesaggio che Egli mette da parte l‘uomo di scienza per dare ampio spazio all’uomo poeta. Come restare indifferenti di fronte alla maestosità di una natura ancora incontaminata! Me lo immagino assorto e pensoso a volte, intento a lasciarsi trasportare dalla intensa bellezza di questi ameni luoghi e rapito dalla sua vena poetica, altre, intento a fissare su carta quelle rime che in così poche battute, restituiscono a perenne memoria una trascrizione dei luoghi, non asettica, scientifica, quale sarebbe più naturale aspettarci da un uomo di scienza (non dimentichiamo che fu pur sempre un medico) ma un componimento poetico di rara bellezza e compenetrazione dei luoghi visti e percorsi. E di tempo, medico di uno sparuto paese, ne deve aver avuto abbastanza, tanto da spingerlo dalla viva roccia del monte Pecoraro (dove ai suoi piedi si apre quella fessura più che grotta, detta “rutta salina”) e giù giù fino al mare di “Favarotta”, come si chiamava un tempo l’odierna Terrasini, dove una conformazione rocciosa a forma di sedia (rimasta nella toponomastica locale, “la seggia di l’Abati Meli”, distrutta negli anni ‘70 dai “soliti noti”) lo accoglieva in altra contemplazione.
Molte di queste foto fanno parte di un mio progetto degli anni ‘70, poi accantonato, che era quello di ripercorrere fotograficamente i luoghi meliani. Dopo tanto tempo quell’idea iniziale ha trovato compimento in una mostra, grazie all’impegno del prof. Giovanni Ruffino ed alle Istituzioni che Egli rappresenta, il quale ha creduto fin da subito alla valentia di questa iniziativa, vista come una sorta di viaggio a ritroso nel tempo. Una proposta di percorso visivo tra “muntagnoli interrutti da vaddati. …..” con un paesaggio che presumo molto vicino all’esperienza del Meli.
Le foto, “ripulite” dai pochi apporti della “civiltà”, mostrano quello che potrebbe essere stato il paesaggio meliano. Uno sguardo di ampio respiro in un b/n che nulla cede al colore, nemmeno negli scatti più recenti, evitando il rischio che possa prendere il sopravvento sui soggetti ripresi e non lasciare spazio alla compartecipazione dell’osservatore, il quale, nella sua ricostruzione mentale, esperienza unica ed individuale e collettiva insieme, ne diventa compartecipe creando quella forte interazione tra l’immagine e l’osservatore medesimo.