LA GRANDE BELLEZZA

 

Paola Fagone, militellese di nascita, palermitana d’adozione. Quando ha mezza giornata libera scappa a Terrasini, il paese che gli è entrato nel cuore. Ieri mattina, il primo giorno con la piazza sgombra, vi è tornata. Ecco le sue sensazioni.

Piazza Duomo

 

di Paola Fagone

 

Uno dei film che più ho amato negli ultimi anni è stato “La grande bellezza”. Straziante dichiarazione d’amore alla città eterna, alla sua immortale superbia, ma anche alla decadenza che nelle varie epoche l’ha più volte ferita e contusa. Roma, nel film di Sorrentino appare nella sua sorprendente dualità. Il divertimentificio e l’apparente desolazione dell’attraversarla il giorno dopo. Roma come ogni cittadina, paese, borgo della nostra Italia, in bilico tra tradizione e ostentazione della modernità.

Ieri mattina mi trovavo a Terrasini, un piccolo centro del palermitano che amo inspiegabilmente. La amo come se mi appartenesse e come tutti i grandi amori, ne ignoro il motivo. O i motivi, che appunto possono essere tanti: il suo mare che la bacia dolcemente o la schiaffeggia agitato dal vento. Le sue pietre accecanti, che assorbono il calore e lo cedono lentamente, come un sospiro, come nel tepore di un abbraccio.

Ho amato le case basse dei pescatori e il profumo del mare che si mischia al gelsomino. Ho amato il silenzio della piazza alle prime luci dell’alba, anche quando Piazza Duomo era un tappeto di bottiglie e lattine vuote.

Stare al cospetto della Chiesa Madre ti fa sentire parte di un territorio, di un pensare comune, che è quel segno della croce, la luce di candela, l’arco luminoso delle feste di paese. Ma è anche una sacralità violata dal frastuono che è di Terrasini e di tutte quelle realtà che ci hanno illuso di potere trasformare in fabbriche del divertimento, deturpandone la natura, la loro bellezza grande e tuttavia discreta. Come l’eleganza di certe donne.

Ho amato anche quello, il frastuono di chi non vuole pensare a cosa sarà il futuro. Ho amato i tavoli, l’odore dello zucchero filato e quello spintonarsi fino a che cosa, chissà che cosa poi. Ieri era spoglia la piazza di Terrasini, priva di tavoli, sedie, divani, transenne, ragazzi che si lasciano spegnere nell’alienazione del niente. Ho provato sgomento, stupore assoluto. Mi sembrava una fanciulla sopravvissuta ad una guerra, dove è stata presa in ostaggio e costretta a prostituirsi.

Ieri la piazza invece era acqua e sapone e con le guance rosate di pudore ed era bellissima. Respirava profondamente e con lo sguardo m’invitava a sentire i nuovi rumori. Il rintocco dell’ora dell’orologio del campanile, la campana solenne delle orazioni, il brusio della preghiera tra i banchi della chiesa. Un vento leggero mi scompigliava i capelli, un cielo incerto nascondeva il sole.

Poi l’hanno attraversata le rondini e mi sono commossa. La piazza di Terrasini è ancora una fanciulla che sorride e ti accoglie, ti offre bicchieri di acqua fresca e sembra voler dire: non mi hai mai vista così! La piazza è libera, si riempirà di bimbi. La ricorderanno per sempre, rassicurante e serena, come la portavano nel cuore quanti in quel pavimento infuocato di pietra lavica ci sono cresciuti e fortemente hanno tentato, riuscendoci, di salvarla.

Commenta su Facebook
,
4 comments on “LA GRANDE BELLEZZA
  1. Come tutti gli stranieri parli una lingua incomprensibile. Venite, ci stuprate, comprate il nostro silenzio con le vostre elemosine e andate via con un sospiro che sa di nostalgia e di sollievo. Partate con voi il ricordo di ciò che poteva essere e non è stato e noi rimaniamo in questo nostro miserevole stato. Non è abbandono ma un languido pensiero che sa di spossatezza che coglie chi l'avventura la cerca e chi sino in fondo la vive. Esclusi i presenti s'intende.

  2. Bellissimo articolo, che condivido pienamente. Terrasini, bella ragazza indifesa ! Ho sentito nel mio cuore, mentre leggevo, che condividevo tutto. Sono questi i sentimenti giusti per chi si accosta al nostro Paese. Questo vogliono vedere e sentire le persone che passano da terrasini. Una testimonianza vera e sentita di ciò che sentiamo tutti. Siamo stati nell’oblio, adesso vogliamo ritornare a vivere nel nostro bel Paese. Grazie Sig.ra Fagone. Ci sostenga sempre con i suoi articoli, abbiamo bisogno di voi, di tutti coloro che amano Terrasini, per farci sentire. Grazie

    • Anche io condivido tutto cio letto nell’articolo, sono tornato a Terrasini negli ultimi anni e ho provato una tristezza indescrivibile…..speriamo che Giosue’ la faccia risplendere con tutti I suoi profumi e ricordi…Buona serata.

  3. C'è ancora qualcuno che sorride quando vedo delle analogie tra Roma e Terrasini. Certo le differenze sono abissali. Una è la grande città, Roma, la capitale, l'altra una cittadina siciliana, fatta di pescatori, appoggiata su un mare azzurro e meraviglioso. Ma cos'è che unisce allora Roma e Terrasini ? Sono tutte e due, bellezze violate. E l'esempio che Paola Fagone, fa di Roma con la Grande Bellezza, coglie lì, il punto. Il gusto di riassaporare e riappropriarsi di quella bellezza che in tutto questo tempo è stata sotterrata, sottratta a tutti noi, stranieri compresi. Il suono del silenzio che si respira oggi, fa bene allo spirito e alla mente. Si sente il respiro della tradizione e l'odore caratteritisco di questi luoghi. Questo è il nostro petrolio, le tradizioni e il mare. Chi viene qui vuole ancora assaporare questi frutti. La Movida, il chiasso non è cosa per noi, e soprattutto non è per questa Piazza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *