E ancora una volta si registra la profonda crisi in cui versa la politica.
-di Franco Cascio–
Non ci piace “sconfinare” (sin dal primo momento la nostra linea editoriale è stata quella di parlare solo dei fatti che interessano Terrasini), ma il clamore suscitato dalle dimissioni lampo di Vanessa Leone da assessore della giunta comunale di Cinisi, porta anche il nostro giornale a fare delle considerazioni su ciò che è accaduto a Palazzo dei Benedettini.
Se a Terrasini leggenda narra che qualche anno fa un sindaco, davanti all’ennesima crisi di giunta, non sapendo che pesci pigliare, si affacciò alla finestra e nominò assessore il primo che passava da piazza Falcone e Borsellino (e il fortunato viandante rimase poi in carica fino alla successiva crisi), a Cinisi accade che per la prima volta un membro della giunta abbandona l’incarico non per motivi politici e nemmeno personali, ma per motivi esclusivamente morali.
C’è una questione morale infatti alla base delle dimissioni della redattrice di Cinisi On Line, che in una lunga lettera spiega i motivi della sua scelta. E le parole usate dall’ex assessore sono durissime. Si dice costretta «a prendere una posizione di distacco di idee e di intenti rispetto a chi oggi crede di fare il tanto vituperato bene comune», definisce quella cinisense «una classe politica di cui non c’è da vantarsi.. inconcludente e disastrosa». E poi sferra l’attacco al consiglio comunale «specchio di una società basata sull’assenza di dialogo, sull’arrivismo da primadonna e su rivendicazioni continue e sempre fuori luogo». «Non c’è posto a Cinisi –continua l’ex assessore– per gli uomini e le donne di buona volontà».
Parole che pesano come macigni. Un giudizio severo sulla classe politica di Cinisi, maturato in poco meno di un mese da amministratore della città. A salvarsi dal fuoco di accuse della Leone, solo il sindaco Giangiacomo Palazzolo.
C’è un aspetto però che all’ex assessore sembra sfuggire. Quella classe politica che definisce inconcludente e disastrosa altro non è che l’espressione democratica dei cittadini. Quei consiglieri comunali «troppo muti o troppo chiacchieroni» sono stati infatti scelti dai cittadini affinché li rappresentassero. La bocciatura dei politici di Cinisi da parte della Leone è di fatto un biasimo nei confronti delle scelte dell’elettorato.
Esiste un solo modo in politica per fare comprendere ai cittadini che le loro scelte sono state sbagliate, indirizzandoli in futuro verso altre migliori -se si reputano tali-; quello di mettere a disposizione il proprio impegno -battendosi, se è il caso, contro i “lupi travestiti da agnelli”- al fine di evidenziare le carenze di quella classe dirigente, legittimata comunque dal voto dai cittadini. Nessuno, sia chiaro, è costretto a farlo. Si può anche percorrere la strada del “non fare”. Ma non si può certo sparare a zero, emettere sentenze impietose e poi farsi da parte. Perché le scelte dei cittadini vanno rispettate, sempre e comunque. Si può certo maturare una convinzione personale, ma quando si decide di renderla pubblica non ci si può limitare a una raffica di accuse approssimate, frutto dell’emotività senz’altro, ma prive totalmente di argomentazioni e valenza politica, nonché della necessaria autorevolezza, considerato il ruolo ricoperto.
L’approssimazione, l’inesperienza, la mancanza di un reale percorso e di una piattaforma politica condivise, stanno proprio alla base della decadenza della politica, che irrimediabilmente porta con sé effetti sulla vita amministrativa.
Con la crisi dei partiti si è assistito a una profonda crisi culturale e politica, con la conseguenza di una visione della politica personalistica che ha finito col produrre una classe dirigente che non si basa più su una cultura di riferimento, ma su logiche che con la politica hanno poco a che vedere. A cominciare dall’invasione delle figure tecniche messe a ricoprire ruoli politici. Figure tecniche, sicuramente valide nel loro campo, spesso “uomini e donne di buona volontà”, ma completamente prive di visione politica e poco inclini al dibattito, al confronto e, perché no, anche allo scontro e alle divergenze. Tutto ciò che serve -sembra un paradosso ma non lo è- per il raggiungimento del bene comune.
Tutto quel che, insomma, sta alla base della Politica.
CHE C’ERA QUALCHE PICCOLO PROBLEMA DI POLITICA CHE NON SA COSA FARE A CINISI NON C’ERA BISOGNO DI SCOPRILO ADESSO SE PER GIORNI INTERI NON SI è FATTO ALTRO CHE PARLARE DI COME INTITOLARE UNA STRADA… QUESTO PER FARE CAPIRE QUALI FOSSERO LE PRIORITà RISPETTO AI GRAVI PROBLEMI CHE AFFLIGONO LA COMUNITà CINESENSE (SIC)…