Un articolo (video incluso) comparso oggi su “la Repubblica”-Web di Palermo e rimbalzato sui media nazionali apre una nuova piccola parentesi sul “pianeta mafia” di Cinisi a proposito della festa in onore di Procopio Di Maggio per i suoi 100 ani. «È un mafioso e lo è anche suo figlio», afferma nell’intervista il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo e aggiunge che «non dobbiamo dare risalto a questo episodio con cui il vecchio Di Maggio ha voluto dire, io sono ancora qui. Finiremmo per fare il suo gioco». Intanto viene ricordata l’Ordinanza del sindaco sul divieto dei botti fino al 10 gennaio, ma platealmente violata dal gioco d’artificio in suo onore il giorno dell’Epifania.
Così come alcuni mesi fa non esitammo ad assumere una posizione molto dura dalle colonne di questo giornale nei confronti del Primo Cittadino quando si trattò della via intitolata al partigiano Salvatore Badalamenti trucidato dai nazi-fascisti in Piemonte, allo stesso modo, oggi, non possiamo non dirci in gran parte d’accordo con quanto dichiarato dal Sindaco di Cinisi nell’intervista rilasciata al giornalista de “la Repubblica” Salvo Palazzolo (ecco il link del servizio: Clicca qui).
Un vecchio boss compie 100 anni e i suoi familiari e parenti gli organizzano una gran bella festa in uno dei più eleganti locali del paese. Fin qui non si vede cosa ci sia di così dirompente. Tutti, anche i più incalliti criminali, se in regola con i conti pagati alla giustizia, hanno il diritto di festeggiare il compleanno e, soprattutto, quando si raggiunge la quota 100. E crediamo sia anche nel suo diritto (vista la moda bardascia che anche da noi sta prendendo piede) farsi … sparare i botti. È ammesso dalle norme vigenti? Se sì non c’è nulla da eccepire.
E poi, bisogna piuttosto chiedersi: oltre alla cerchia dei parenti c’era fra gli invitati qualche rappresentante delle istituzioni? Questo è un punto serio ed essenziale da considerare. E ancora: il sindaco, come accaduto in altri innumerevoli casi per altri centenari, aveva previsto e riservato anche per il vecchio boss l’attestato di compiacimento per il traguardo raggiunto? È una domanda retorica, ma va posta.
Ma c’è un altro però: l’Ordinanza del sindaco sul divieto (fino al 10 gennaio 2016) di qualsiasi “botto”. La festa si è svolta il 6 e, dunque, è stato platealmente violata la legge.
Neanche il Primo Cittadino sorvola su questo particolare non di poco conto: «… su questo – afferma – dovrò intervenire».
Seguiremo anche noi gli sviluppi.