Riceviamo il testo di un appello (o petizione che sia) molto significativo, che merita sicuramente di essere evidenziato dal nostro giornale. Era ora che qualcuno si decidesse a prendere PUBBLICAMENTE posizione sulla nostra unica, sola e vera istituzione culturale. Il giornale nel recente passato aveva puntualmente denunziato lo snaturamento dell’istituzione (centro ricreativo, spostamento di raccolte in altri siti, ecc.).
Ma c’è un però, anzi due. Questo documento cade in un momento delicatissimo della vita politica terrasinese: la competizione elettorale che, in buona misura, rischia di svilirne il senso e la portata. Inoltre, come si può ben vedere, la “lettera” non reca in calce alcuna firma e questo non è un bene.
Perchè, allora, nonostante tutto, il giornale (che l’ha ricevuta per vie traverse) decide di pubblicarla così com’è? Semplice: per il valore che in sè riveste. Può darsi anche che qualcuno l’abbia ispirata, ben prevedendo che il giornale l’avrebbe pubblicata all’istante. Il risultato? Un tiro mancino contro qualcuno in particolare? Se qualcuno ha fatto un simile calcolo, si sbaglia di grosso: il giornale non si presta a simili giochetti. E allora perchè pubblicarlo nonostante tutto? Per una ragione molto lineare: tutto − ripetiamo, tutto − il ceto politico passato e oggi in gran parte presente nella competizione elettorale, non ha mai preso posizioni ufficiali su questa benedetta biblioteca sottoposta negli anni a un crescendo di colpi mortali. Tutto il ceto politico è dunque, a nostro modesto avviso, responsabile del degrado poichè non ci risulta che mai prima, dai banchi dell’opposizione consiliare (o extra), o della stessa maggioranza, si sia alzata una voce di dissenso forte e chiara, una interrogazione, una … petizione, una pubblica denunzia. Ora arriva ben fatta, efficace e ben documentata questa lettera. E noi la facciamo nostra, la sottofirmiamo e la rilanciamo ai nostri lettori poiché vale per quello che dice e denuncia; perché dovrebbe valere per chiunque dei quattro sarà eletto; per la Terrasini che tutti diciamo di amare. Noi siamo qui, vedremo!