Tra comunicati e prese di posizione, i consiglieri comunali scaldano i muscoli in attesa della prima Seduta (martedì 28 giugno). Strategie diverse, linguaggio politico d’altri tempi, ma il fine sembra lo stesso: c’è una maggioranza in aula da costituire. E un presidente del consiglio da eleggere.
di Redazione
Con due diversi comunicati, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, i consiglieri comunali eletti nelle coalizioni che sostenevano i candidati sindaco usciti sconfitti dalle elezioni, sono venuti “allo scoperto” offrendo una prima chiave di lettura di quello che potrebbe essere l’assetto politico della nuova assise, a pochi giorni dalla prima Seduta consiliare. Intanto, c’è da registrare che ancora prima della seduta inaugurale, sia i consiglieri comunali della coalizione che sosteneva Massimo Cucinella, sia quelli della coalizione che sosteneva Antonio Giannettino – benché eletti in liste diverse – hanno deciso di creare sin da subito due gruppi distinti.
C’è però una sostanziale differenza tra il comunicato del gruppo unico “Terrasini Futura” (composto dai consiglieri Giuseppe Caponetti, Antonella Galati, Dario Giliberti, Antonio Militello, Gianfranco Puccio e Nicola Ventimiglia) e quello del gruppo “Bene comune per Terrasini” (che invece raccoglie i consiglieri Fabio Viviano, Virginia Ferrigno, Mimmo Di Mercurio, Grazia Ventimiglia). Nel primo (quello degli eletti con Cucinella, per capirci) viene citata sin da subito la parola “opposizione”. Termine che non compare invece nel comunicato del secondo (quello degli eletti con Giannettino).
Se “Terrasini Futura” dichiara subito di schierarsi «fisiologicamente in opposizione alla Amministrazione risultata vincente», aggiungendo poi le solite frasi di circostanza («un contrasto tuttavia di carattere pragmatico e di contenuto, teso alla comune ricerca dell’interesse supremo della nostra città e non fine a se stesso e meramente ostruzionistico .. etc.»), il gruppo “Bene Comune per Terrasini” lascia aperto più di uno spiraglio alla possibilità di un confronto con l’amministrazione guidata da Giosuè Maniaci; qualcosa insomma che vada oltre la semplice “opposizione costruttiva”.
Un accenno poi va fatto su un passaggio del comunicato di “Terrasini Futura” in cui i firmatari si augurano di non assistere «da subito, al concretizzarsi di maggioranze e ammucchiate post elettorali». Su quel “da subito” ci sarebbe tanto da dire, specie se si considera che proprio alcuni di quei consiglieri, durante lo scorso mandato, non hanno aspettato poi così tanto per praticare la disciplina del salto della quaglia, andando a sostenere il sindaco Cucinella benché eletti in liste di coalizioni avversarie.
Ma quel “da subito” potrebbe anche essere inteso come una disponibilità futura ad aprire un dialogo con Giosuè Maniaci. Non “da subito”, quindi, per non essere immediatamente – come scrivono gli stessi consiglieri comunali – “smascherati dai cittadini”. Cittadini che con il tempo, magari, dimenticandosi pure in quali liste e coalizioni i consiglieri furono eletti (quando c’erano i partiti era del tutto diverso), quasi non si accorgerebbero dei cambiamenti di casacca.
I comunicati dei due gruppi consiliari si inseriscono, infine, nel dibattito sull’elezione del presidente del consiglio. Una piccola luce nella nebbia che dal giorno dell’elezione di Maniaci grava attorno alla nomina della più alta carica consiliare. Nessuno dei tre gruppi in Aula (Maniaci, Giannettino, Cucinella) ha i numeri per eleggersi il presidente da solo. In quest’ottica si può leggere la decisione di entrambe le coalizioni di “blindare” i rispettivi consiglieri in un unico gruppo per evitare “colpi di testa” personali.
Il dibattito politico sull’elezione del presidente ruoterà quindi tutto attorno alle posizioni di ogni singola formazione politica e non, come accaduto negli ultimi anni, sulla “strategia della ricerca” del singolo al fine di costituire maggioranze rattoppate (e in questo, va ricordato, l’ex–ex sindaco Mimmo Consiglio, ancor prima di Cucinella, fu un maestro).