LA COSTA
Prosegue, con questa seconda e ultima parte, il reportage sullo stato della nostra costa dalla Praiola a San Cataldo. Oggi vi proponiamo la sintesi di una sintesi (30′) del filmato mare-terra (in origine due ore) realizzato lo scorso anno in collaborazione col “Forum Ambiente Cala Rossa-Asociazione P. Impastato -Terrasini-Cinisi-”. Il ferro e il cemento sono oggi al centro del nostro viaggio, ma anche l’inquinamento dovuto non solo alla prolungata assenza del depuratore.
di Giuseppe Ruffino
Signor Sindaco di Terrasini,
sono immagini che innanzitutto ci permettiamo di dedicare a Lei affinchè non dimentichi lo stato di profonda e diffusa sofferenza in cui versa da tempo uno dei più straordinari fronti costieri della Sicilia.
Lo interpreti come una specie di promemoria o, meglio, una lettera aperta dopo la “cartolina” che pochi giorni dopo il suo insediamento gli inviammo idealmente da questo giornale. Sappiamo bene quanto immane se non irrealistica sarebbe – per qualsiasi amministratore – un’azione di radicale risanamento. Ma lì, dove possibile, faccia in modo di attenuare l’offesa o, quanto meno, vigili con fermezza in modo che la devastazione si arresti.
E sì, perché lungo quegli 8 chilometri corre, insieme alla struggente bellezza, anche la nostra vera ricchezza. Se tutti ce ne rendessimo conto, potremmo ancora vincere tante battaglie anche se la guerra l’abbiamo persa tanti anni fa a Cala Rossa.
Sappiamo che è molto arduo l’impegno ma lei, signor Sindaco, potrebbe passare alla storia, la nostra Storia, come colui che almeno ci ha provato.
Sognare è a costo zero, come si usa dire oggi.
_________________________________________
In questa seconda e ultima puntata privilegiamo le immagini poiché siamo convinti che mai, come in questo caso, esse siano di gran lunga più eloquenti di qualsiasi pagina scritta.
In origine il lungo filmato aveva (e mantiene) altre finalità, non soltanto quelle di evidenziare i colpi inferti, ma anche di fissare il “filo” dei toponimi e delle relative origini di essi, della conformazione geologica, della fauna e della flora, che vi insistono in un delicatissimo equilibrio; dei riferimenti storici, infine.
Un documento, dunque (dedicato soprattutto alle nostre scuole), di straordinaria efficacia educativa per la conoscenza del nostro territorio e un motivo in più per difenderlo a tutti i costi. Ma anche per questa “finalità educativa” ci sarà modo e tempo grazie all’impegno del “Forum Ambiente Cala Rossa”.
Il montaggio del filmato che vi presentiamo è dunque ridotto all’osso (soli 30′); il commento in presa diretta, senza filtri o aggiustamenti e nessun sottofondo musicale se non il cupo ronzio della motobarca che ci accompagna fra smaglianti bellezze e insopportabili offese.
E tuttavia almeno due punti importanti dobbiamo pure sottolineare:
il primo ha a che fare col Decreto 25 maggio 2006 (dunque vecchio di ben 10 anni) riguardante il P.U.D.M., cioè le “Linee guida per la redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo della Regione siciliana” in ottemperanza della legge regionale n.15/2005. Uno strumento indispensabile cui nessuna delle trascorse amministrazioni ha saputo o voluto dar seguito. Sono tenuti a redigere il P.U.D.M., ai sensi dell’art. 4 di questa legge, tutti i comuni della Regione siciliana il cui territorio sia prospiciente sul demanio marittimo. Il P.U.D.M, redatto da ciascun comune interessato, riguarda tutta la fascia prospiciente l’ambito territoriale di competenza che appartiene al pubblico demanio marittimo. Cosa si è fatto a Terrasini? quasi zero fino alla data odierna, tranne il commissariamento straordinario, ancora in atto, da parte della Regione (a nostre spese e per ben due volte in dieci anni). Si tratta di uno strumento indispensabile, da integrare nel Piano Regolatore Generale anche questo svanito nel nulla;
il secondo punto riguarda invece un particolare che, nel filmato, non è evidenziato a causa del moto ondoso sfavorevole. Ma ci è stato più volte riferito che, in coincidenza con particolari condizioni, dall’alto della costa (verso Perla del Golfo) si può notare al largo una enorme fascia arcuata di colore cangiante, simile a una carreggiata autostradale che, spinta dalla corrente, parte da Terrasini (aeroporto, Furi, pennello a mare, ecc.) e, dopo essersi sfrangiata nelle varie cale (chi frequenta Cala Rossa se ne sarà accorto), giunge fin quasi a San Cataldo dove – ahinoi – sfocia il Nocella, anch’esso fonte di grande inquinamento. A tal proposito indichiamo di seguito il link di un servizio realizzato mesi fa, intitolato “Nocella, troppi silenzi” ⇐ (cliccare per aprire).
Infine consentiteci una notazione di diversa natura, che, forse, potrà apparire polemica o provocatoria ma che, credeteci, non lo è affatto. Sarebbe cioè auspicabile che anche coloro che si sono di recente autodefiniti “sentinelle del territorio”, partecipassero a quest’opera di sensibilizzazione. Ma ci si rende anche conto che non sempre il ruolo di “sentinelle”, che troppo frettolosamente ci si è cuciti addosso, coincide con i comportamenti. E questo – diciamolo pure – è stato sempre il punto debole di qualsiasi lotta contro ogni illecito, anche quello che passa per … certi “accessi a mare” vietati ai più, concessi a pochi. Ma si è sempre in tempo per ravvedersi.
IL DOCUMENTARIO
Bellissimo ed esauriente, come sempre, l’articolo di Giuseppe Ruffino sulla costa di Terrasini. Complimenti!