L’esito positivo della mostruosa vicenda di Piazza Titì Consiglio, deve ora indurci, senza facili trionfalismi, ad alcune serie considerazioni, soprattutto dopo aver ascoltato la dichiarazione “a caldo” del consigliere di opposizione (PD) Nunzio Maniaci riportata in “ultim’ora” dal nostro giornale.
Da più parti, in questi giorni, sono state invocate le dimissioni sia del sindaco che dell’assessore all’urbanistica. Legittimo chiederle dinanzi allo sfascio fallimentare su tutto il fronte che da tempo si consuma sotto gli occhi dei cittadini (spazzatura in testa).
Ma emerge SOPRATTUTTO in modo palmare la responsabilità totale e complessiva dell’intero personale politico e amministrativo. Anzi, direi di più: emerge pesantissima e inequivocabile la responsabilità politica delle opposizioni, le quali, una volta ricevuto il mandato democratico e popolare di controllo dell’operato della Giunta, hanno soltanto saputo balbettare in questi due anni e mezzo, mentre, nello specifico caso del “mostro”, sono stati incapaci di pronunciare una sola parola di pubblico dissenso.Cosa li ha trattenuti dal farlo? Ce lo spieghino una volta e per tutte. Temevano forse di unirsi a quattro esagitati?
Eddire che sono stati tutti invitati, uno per uno, a partecipare alla raccolta delle firme su iniziativa dei Comitati cittadini e del M5s; a rendere publica una loro presa di posizione di dissenso o di assenso. Nulla! Non una sola parola, dunque, non una sola iniziativa che ne salvasse almeno le apparenze. Peccato! Dov’erano, cosa facevano mentre i pali d’acciao cominciavano a brillare al sole di agosto?
Le persone che siedono fra gli scranni del Consiglio sono tutte brave, professionalmente serie e preparate, ma, ammettiamolo (riconoscetelo), del tutto inadeguate a svolgere bene e fino in fondo il loro ruolo. La colpa è di chi li ha eletti? Ma sempre degli elettori è la colpa? Finiamola con questa cavolata! Qui c’è tutto un sistema che non funziona: l’assenza di partecipazione, ad esempio, che, dai politic nostrani, viene vissuta come indebita intromissione. Non hanno ancora capito nulla di democrazia e partecipazione.
Per questo, per quella speranzosa fiducia riposta in loro, appare soverchiante la responsabilità dell’opposizione. Così come pure le sedicenti Associazioni culturali che, messe alla prova dei fatti, si sono sciolte come neve al sole. Nessuno si illuda di poter fuoriuscire da questa brutta faccenda con un’alzata di spalle, o facendo le “mosche nocchiere”. Non incantano più questi trucchetti.
Mi spiace, infine, per Nunzio Maniaci, mio simpatico amico ed ex alunno, che ha avuto la sventura di trovarsi in quella piazza nel momento sbagliato, mentre, cioè, smontavano i pali prima non visti.
Non un solo accenno di ripiegamento, non un minimo sussulto di rincrescimento o di autocritica potranno ormai politicamente giustificarli.
Ci voleva in questo momento di cambiamento siciliano. Proprio così. Ho sentito parlare i muri che confabulavano su un certo Drago. Si lamentavano della sua frase: Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. Credo che sia un pseudonimo per il Gattopardo. Si lamentavano pure di questo ultimo cambiamento, chiamato Mostro. Dalle espressioni e commenti, penso che vogliono uccidere il Gattopardo. Parlavano di strategie, percorsi, abitudini e di riorganizzarsi con San Giorgio per sconfiggerlo. Forse è arrivato il momento per uccidere il Gattopardo? Oppure racconteremo un'altra volta la storia di "Don Chisciotte e Sancio Panza.
Art. 1) ………………………………………………….. . La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Arroccati alle loro poltrone non scendono fra la gente a tastare gli umori della cittadinanza . Come vi abbiamo eletto (plurale maiestatis) così vi toglieremo il mandato . State gestendo la res pubblica in maniera assolutamente privatistica