Dopo gli ultimi avvenimenti e la sempre più probabile staffetta degli assessori, è tempo di riflettere sul ruolo dei cittadini nella conduzione della cosa pubblica.
La principale domanda è se ancora la democrazia è il sistema politico del nostro piccolo, modesto paese o se una sorta di regime oligarchico si sia istaurato a nostra insaputa.
Il dubbio è serio e motivato. Si ha la sensazione, infatti, che pochi uomini, alcuni sostenuti dal voto popolare non certamente plebiscitario ed altri chiamati ai posti di responsabilità da chi ci ricorda ad ogni piè sospinto di essere stato voluto dal popolo, abbiano preso in mano il controllo di ogni branca dell’amministrazione.
Il Consiglio comunale che eletto anch’esso dal popolo dovrebbe fungere da “guardiano”, sembra disinteressarsi di tutto quello che gli gira intorno, volgendo la testa sempre dalla parte sbagliata. Ci riferiamo ai consiglieri di maggioranza e di opposizione che discutono spesso del sesso degli angeli, mentre Terrasini va in rovina e viene sottomessa alle voglie di quei pochi che fanno parte della richiamata oligarchia.
Il popolo sembra vivere in una condizione di torpore inoculato a piccole dosi, e da quella condizione di torpore si riprende per piccoli spazi temporali dedicati all’assordante musica della piazza e agli spari dei mortaretti e dei giuochi di fuoco elargiti con dovizia.
Il popolo si è visto sfilare sotto il naso le salme dei ficus, ma poi ha partecipato allegramente alla “festa dell’inaugurazione” di questa specie di piazza Duomo che ci è stata propinata e spacciata come una delle sette meraviglie del mondo.
Una piazza i cui alberi sono stati disposti a distanza variabile senza che di questo sia stata fornita alcuna spiegazione logica, perché il popolo non chiede spiegazioni, ma rumori. L’inaugurazione è stata la festa dell’oligarchia per la definitiva resa del popolo, organizzata senza risparmio di denaro che per bisogni urgenti non si trova; l’anestesia é andata a buon fine e si poteva, quindi, continuare ad operare.
Le orme dell’oligarchia si trovano ormai in ogni atto, in ogni opera, in ogni decisione. Nella vicenda della piazza, gli oligarchi hanno fatto muro e sono riusciti nell’intento, nel silenzio generale e, acquisita la certezza dell’immunità, hanno continuato con il mercato del contadino, dove però qualcosa si è inceppato tanto abnorme era l’irregolarità e tanto sprezzate è apparso il comportamento. I tecnici infatti hanno sostenuto che l’opera non abbisognava del nulla osta della Sovrintendenza, i consiglieri comunali se la sono bevuta, e i protagonisti dell’amministrazione nelle figure di assessore all’Urbanistica e sindaco hanno certificato di fronte alle telecamere che il nulla osta non era necessario.
Qualcuno è incapace o in mala fede, in ogni caso nessuno di loro può godere un minuto di più della fiducia della gente.
È venuto il momento in cui il popolo si svegli dallo stato di torpore e prenda atto del fatto che non può consentire che il suo destino, il suo futuro dipenda da amministratori che ruotano sulle poltrone senza avere il tempo di capire quello che gli succede intorno ed altri che rimangono saldamente in sella perché fanno parte della regia di comando.
È venuto il tempo che il popolo prenda coscienza del fatto che tre tecnici dipendenti del Comune non possano avere in mano contemporaneamente la conduzione degli uffici e tutti gli incarichi di progettazione, direzione dei lavori e controllo.
È venuto il tempo in cui il cittadino possa accedere ai servizi comunali senza dovere presentarsi con il cappello in mano, essere trattato con villania e subire la tracotanza di chi sta dall’altra parte della scrivania nella veste di impiegato, funzionario o amministratore.
È l’ora in cui il cittadino si riappropri del ruolo che la democrazia gli attribuisce e ricordi a questi “signori” che sono loro a vario titolo ad essere a disposizione della collettività e non il contrario.
Bravo Giacomo . È quello che vado sostenendo da tanto . Chi è stato posto a gestire un servizio , deve ricordarsi che è al servizio di ogni cittadino e NON può gestirlo come se fosse di sua proprietà o dei familiari o dei parenti o degli amici . Si chiama Comune proprio per questo , sennó cambiamolo in “Personale di Terrasini” , più aderente alla realtà
Sono perfettamente d’accordo … se ognuno, che lavora in un ufficio pubblico (parlo in generale, non solo di Terrasini), facesse il proprio dovere con gentilezza ed educazione le cose andrebbero per il verso giusto (nè so qualcosa perchè ci lavoro)
All'elenco delle malefatte consumate da un gruppo, se vuoi da una cosca o cricca di "professionisti" , in gran parte ingegneri e architetti, oltre che politici, che ormai hanno in mano il paese e sanno come ottenere i finanziamenti e metterli a profitto, bisogna aggiungere il Solarium, se preferisci la Dueggi,. che ha deturpato un angolo da dove era possibile ammirare i più bei tramonti del Mediterraneo. C'è sempre il solito cretino, che fa parte della cosca, il quale ogni volta dice; perchè non parli del "Sea Club"? E' chiaro che parlo anche di questo e dello snaturamento del sito di Calarossa.Per sapere dov'è finita Terrasini dovremo cercare le vecchie fotografie! E comunque, trovare qualcuno che, attraverso questo blog, abbia il coraggio di denunciare quello che sta accadendo in questi anni, è molto bello.