Che la vicenda del mostro di Piazza Titì Consiglio fosse lungi dall’essere conclusa era nell’aria. Si rincorrevano, infatti voci, né confermate né smentite, di un imminente riposizionamento della struttura smontata in fretta e furia e senza nessuna giustificazione ufficiale, mentre, da parte dei comitati che raccolgono firme per invitare il sindaco a desistere, si assicurava che era stata messa in moto una azione di protesta a livello di Governo Regionale e che era stata avanzata una richiesta di informazioni e di documentazione, sia al Comune di Terrasini che alla Sovrintendenza.
Ci è giunto ieri il testo dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica dal deputato regionale del M5S Giorgio Ciaccio che di seguito riportiamo :
«Viste le diverse stranezze e le anomalie ho ufficialmente scritto alla Guardia di Finanza per accertare come si può pagare un’opera che è sparita, alla Direzione investigativa Antimafia ( Dia ) per verificare che tipo di rapporti ci sono tra la Pubblica Amministrazione e la ditta che ha eseguito i lavori. A breve depositerò l’esposto alla Corte dei Conti per verificare se c’è un danno all’erario, visto che il Gal ( che gestisce i soldi pubblici ) ha pagato un’opera che ad oggi non esiste, andando pure contro la stessa convenzione che aveva stipulato con il comune di Terrasini».
In una sua dichiarazione il deputato dice:
«Dal Comune di Terrasini ad oggi non ho ricevuto alcuna notizia, attenderò gli ultimi giorni previsti per legge. Di contro con mia grande sorpresa andando a parlare con la Sovrintendenza il 10 settembre, scopro che per quell’opera assurda non c’è nessuna autorizzazione. Anzi non c’è neanche il progetto presentato. La variante al progetto originario, necessaria per la costruzione del “pezzo di ferro” era stata presentata dal comune il 5 settembre ed era arrivata sul tavolo della dirigente giorno 10 settembre. Ma com’era possibile? Allora ad agosto avevano iniziato i lavori senza nulla osta della Sovrintendenza?».
Signor sindaco, per fare chiarezza Lei dovrebbe rispondere ai precedenti quesiti e ad altri che “Terrasini oggi” le sottopone:
-Perché la struttura è stata smontata in fretta e furia?
-Chi pagherà le spese dello smontaggio e dell’eventuale rimontaggio?
-Ritiene di dovere perseverare nel disegno di erigere una simile bruttura, monumento all’ignoranza?
-Come è potuto avvenire tutto questo?
La ringraziamo anticipatamente.
La Redazione
Unne Santo che sura !
non risponderà MAI