Nei giorni scorsi abbiamo segnalato sul nostro giornale un appuntamento scientifico-culturale da non perdere: “LE VIE DEI TESORI”. Si svolge a Terrasini nei giorni 4/11/18 e 25 ottobre (cade sempre di sabato) nella Sala convegni di Palazzo d’Aumale, sede del prestigioso Museo Interdisciplinare Regionale di Storia Naturale diretto dalla Dott.sa Emanuela Palmisano.
Molto interessanti anche per il nostro territorio gli interventi in parte già svoltisi: il 4 ottobre il prof. Ferdinando Maurici ha illustrato la storia delle “Torri nel Circondario di Terrasini”; il sabato successivo (11 ottobre) il prof. Silvano Riggio ha svolto una importante relazione sulla “Biodiversità nel Mediterraneo”; invece domani –Sabato 18, alle ore 10:00– avremo l’opportunità di seguire un argomento che, per il nostro Territorio, assume particolare rilievo sia sotto l’aspetto squisitamente scientifico che turistico e in cui, il termine “culturale” vi entra a pieno titolo.
Si tratta della «Prosta di istituzione del “Geosito” Falesie di Terrasini». La relazione sarà sviluppata dal Prof VALERIO AGNESI(*), docente di Geomorfologia presso l’Università di Palermo.
Abbiamo chiesto al Professore di anticipare per “Terrasini oggi” alcuni aspetti di questo suo intervento.
PROFESSORE, QUAL È L’ORIGINE DELL’INIZIATIVA “LE VIE DEI TESORI”?
Le “Vie dei Tesori” nasce nel 2006, in seno all’Università degli Studi di Palermo, con l’intento di aprire alla fruizione della cittadinanza luoghi dell’Università normalmente chiusi. Nel corso di questi anni la manifestazione si è trasformata in un vero e proprio festival culturale della città con personalità del mondo culturale e scientifico italiano e internazionale. L’iniziativa, negli ultimi anni, ha coinvolto anche luoghi non universitari sia a Palermo sia nella Sicilia Occidentale registrando un sempre crescente successo di pubblico (lo scorso anno le “Vie dei Tesori” hanno attratto oltre 60 mila visitatori).
Quest’anno il Museo Interdisciplinare Regionale di Storia Naturale di Palazzo d’Aumale, diretto dalla Dr.ssa Emanuela Palmisano, si è aperto all’importante appuntamento, organizzando, nei quattro sabati del mese di ottobre, un ciclo di incontri.
NELL’INCONTRO DI DOMANI, SABATO 18, LEI PARLERÀ DELLA ISTITUZIONE DEL “GEOSITO” FALESIE DI CINISI E TERRASINI”. MA COS’È UN “GEOSITO”? VUOLE SPIEGARCELO? CI SONO DEI RIFERIMENTI LEGISLATIVI?
Un Geosito, secondo la classica definizione data dal geologo inglese William Wimbledon, dell’Università di Bristol, “ può essere definito come località, area o territorio in cui è possibile individuare un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione.”
Recentemente la Regione Siciliana, con al Legge n. 25 dell’11 aprile 2012 (norme per il riconoscimento, la catalogazione e la tutela dei geositi in Sicilia) si è finalmente dotata di uno strumento legislativo tramite il quale ha istituito il catalogo dei geositi, individuando e sottoponendo ad un regime di tutela quei luoghi caretterizzati da valenze geologiche di grande interesse.
L’istituzione di un geosito fornisce agli Enti territoriali gli strumenti normativi per tutelare un bene geologico, ma può rappresentare anche un momento importante di crescita non solamente culturale ma anche economica per una collettività.
QUAL È IL TRATTO DI COSTA INTERESSATO?
È quello che si sviluppa da Torre Molinazzo a Capo Rama. Questo tratto presenta tutte le caratteristiche per essere considerato un Geosito.
VUOLE ESSERE COSÌ GENTILE DA INDICARE ALCUNE DI QUESTE CARATTERISTICHE?
Faccio qualche esempio: le rocce che affiorano lungo la costa abbracciano un periodo di tempo che va da 200 milioni ad 1 milione di anni fa. Esse sono rappresentative di diversi ambienti geologici e la loro esposizione consente una ricostruzione delle vicende geologiche che hanno interessato nel corso di circa 200 milioni di anni questo settore della Sicilia.
Inoltre lungo la costa è possibile osservare come le diverse rocce hanno reagito all’erosione del mare dando luogo a paesaggi costieri molto differenti, con l’alternanza di spiagge e di falesia (coste alte).
I rapporti tra le diverse rocce di differente età sono molto chiari e quindi tutta l’area costituisce un vero e proprio laboratorio didattico all’aperto.
PUÒ ENTRARE MEGLIO NEL SIGNIFICATO DI “LABORATORIO DIDATTICO ALL’APERTO”?
Nella realizzazione del geosito andrebbe coinvolto il museo di Palazzo d’Aumale, ove si potrebbe realizzare un poster illustrativo del percorso e di un plastico tridimensionale rappresentante la geologica di Terrasini.
Nel percorso a terra si potrebbero collocare, in punti panoramici lungo le strade esistenti, tabelle non invasive che indicano i punti di osservazione e rimandano a depliant illustrativi.
Lungo il percorso a mare si potrebbe valutare l’ipotesi di collocare tabelle e studiare la possibilità di compiere osservazioni del fondale, coinvolgendo la Soprintendenza del Mare per la parte subacquea.
Il Geosito potrebbe costituire una attrattiva per escursioni di studenti delle scuola di diverso ordine ed anche di studenti universitari dei corsi di scienze geologiche o scienze natirali.
Infine potrebbe diventare attrattivo anche verso il cosiddetto turismo culturale, largamente presente in Nord Europa.
In tutti questi casi si tratta di turismo destagionalizzato che potrebbe permettere l’allungamento della stagione turistica ben oltre il periodo estivo.
Questo tipo di turismo culturale potrebbe favorire la nascita di associazioni di giovani che possano illustrare le caratteristiche del geosito e fungere da guide per i visitatori.
In collaborazione con la marineria di Terrasini si potrebbero studiare pacchetti di percorso lungo la costa, che consentano la visione dal mare dell’intero geosito, magari con annesso bagno.
QUESTA INTERESSANTISSIMA IPOTESI DI PROGETTO, OLTRE AGLI ENTI DA LEI MENZIONATI, QUALI ALTRI DOVREBBERO ESSERE PRESENTI E ATTIVI?
Il progetto della istituzione del Geosito Falesie di Cinisi e Terrasini, oltre al Museo di Palazzo d’Aumale e all’Università di Palermo, dovrebbe a mio modesto avviso, poter contare sull’adesione attiva dei due Comuni contigui di Cinisi e di Terrasini.
RECENTEMENTE È SCOMPARSO VITTORIO EMANUELE ORLANDO, UNO DEI PRINCIPALI FAUTORI DELLA ISTITUZIONE DEL MUSEO REGIONALE DI STORIA NATURALE. LEI, IN QUANTO COMPONENTE DEL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO DEL MUSEO STESSO, RITIENE DI DOVER SOLLECITARE QUALCHE INIZIATIVA PER RICORDARLO?
Vittorio Orlando lo merita senza alcun dubbio. Infatti proprio in questi giorni, con la direttrice del Museo Emanuela Palmisano, abbiamo discusso proprio di questo. Quando sarà il momento ne daremo ampia comunicazione alla cittadinanza e al mondo scientifico.
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(*) Presidente della Scuola delle Scienze di Base e Applicate, dell’Università di Palermo;
Direttore del Museo Geologico “G. G. Gemmellaro” dell’Università di Palermo.
Inoltre, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Museo Interdisciplinare Regionale di Storia Naturale di Palazzo d’Aumale.