Mentre anni fa a Terrasini capitò che …
ACCADE A LIVORNO. Un episodio che la dice lunga su come si sta perdendo la misura del senso delle Istituzioni e del rapporto tra governanti e governati. A Terrasini, invece, una volta un sindaco minacciò di denunciare alcuni cittadini impegnati a ripulire un quartiere del paese.
– di Franco Cascio –
Prima o poi doveva capitare. Ed è capitato. Se i cittadini continueranno a sostituirsi alle Istituzioni, verrà il giorno in cui le Istituzioni chiederanno conto e ragione ai cittadini.
E quel giorno è arrivato.
È capitato a Livorno, città governata da una giunta del M5S, dove il sindaco Filippo Nogarin, a un cittadino che su Twitter gli faceva notare che un prato della città necessitava di essere innaffiato, ha risposto: «Hai mai preso in considerazione di farlo te?».
Un episodio, forse, frutto dell’ormai dilagante incultura di una certa politica. Un episodio, comunque, che non va sottovalutato, che tende a svilire, più di quanto non lo sia già, il senso delle Istituzioni, dove non si distinguono più i compiti di chi amministra e di chi è amministrato, dove la gestione della “cosa pubblica” non si basa più su un sistema democratico di ruoli che garantisce l’ordine, ma sull’iniziativa del singolo, che rischia di generare caos.
Negli ultimi anni si è assistito alla “discesa in campo” della cosiddetta società civile che ha provato sovente a sostituirsi alle Istituzioni, ricevendo il plauso dell’opinione pubblica. Anche a Terrasini si sono registrate iniziative in cui semplici cittadini, armati di attrezzi e di buona volontà, hanno dato il proprio contributo per rendere dignitosi alcuni scorci del paese abbandonati alla totale incuria: la villa comunale, il lungomare,
la Praiola …
Iniziative del genere, però, seppur encomiabili, hanno il rovescio della medaglia. Gli interventi della società civile sono innanzitutto sporadici e, il più delle volte, visti come azioni simbolico-dimostrative. Interventi che, invece, devono (dovrebbero?) essere routine amministrativa da parte di chi riveste lo specifico compito. Certo, qualcuno dirà che, visto che gli “amministratori se ne stanno con le mani in mano”, meglio quei pochi interventi sporadici e simbolici della società civile. Vero. Ma il rischio che si corre è che, sostituendosi ai governanti, questi ultimi si adagino ancor più di quanto non lo siano già. O che, addirittura, come accaduto a Livorno, arrivino a demandare ai cittadini i compiti che loro spettano per mandato ricevuto.
C’è un aneddoto curioso e al tempo stesso illuminante accaduto a Terrasini più di trent’anni fa, che qui vale la pena raccontare, dicendola lunga su quelli che sono compiti e ruoli istituzionali da una parte e “spontaneità” civica dall’altra.
Negli anni Ottanta, i militanti della sezione locale del Partito Comunista Italiano decisero un giorno di andare a ripulire la piazza oggi intitolata ad Antonio Gramsci.
Racconta Mimmo Infantolino, che faceva parte della “squadra” di pulitori: «Ai tempi la piazza si chiamava ancora “Chianu”».
L’intenzione di quel gruppo di cittadini, armati di scope e rastrelli, era quella di rendere vivibile quello spiazzo, togliendo rifiuti e erbacce da ogni angolo. Volevano essere, insomma, i precursori della “società civile”.
E invece, prosegue Infantolino «il sindaco di allora, Vittorio Emanuele Orlando, appena seppe della nostra iniziativa, non solo ci bloccò, ma minacciò pure di denunciarci! Non eravamo autorizzati a intervenire nella pubblica via, pur facendo qualcosa di utile per la comunità. In effetti, non c’era nessuna copertura nel caso qualcuno si fosse fatto male. Lavori di pulitura di spazi pubblici, senza alcun titolo, senza autorizzazione. Come non ricordare quel giorno. Rischiammo la denuncia …».
A Terrasini non potrebbe succedere quello che è successo a Livorno perché il sindaco non risponde a nessuno, pensando forse che il comune sia suo e credo che continui a ripetersi in privato, tanto da avere deciso di tenerselo ancora per i prossimi cinque anni : Il paese è mio!
vivo all’estero pur essendo di Terrasini, e anno dopo anno, fatico a tornarci, visto il degrado in cui riversa la nostra amabile cittadina.Ma dico una cosa non ci sono persone giuste per rimetterla in piedi?
…” il paese è mio! ”
al solo pensiero……. mi viene da vomitare!!!
Secondo questo articolo, un cittadino che si “preoccupa” del proprio territorio e/o paese, è quasi da considerarsi un criminale che magari andrebbe DENUNCIATO! Invece,basandoci su quanto sopra scritto, è molto meglio,anziché sopperire là dove la pubblica amministrazione (in serie ed evidenti difficoltà)non riesce ad intervenire, far finta di nulla e lasciare che i propri figli giochino nella MONNEZZA o per strada perché il parco giochi è chiuso per”mancanza di fondi “….povera ITALIA! !!! si COMMENTA DA SE! Complimenti all’autore!